27 Ottobre 2014
08:09
I grandi poeti testimonials del Monferrato
Paesaggi suggestivi, castelli di antica memoria, colline costellate da ricamati vigneti e non solo, questo è il Monferrato. Luoghi di grande fascino storico, artistico, culturale e paesaggistico, riconosciuti anche dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Molti personaggi di grande fama, tra i quali celebri letterati, hanno raccontato o citato questo straordinario territorio, rendendogli omaggio.
Questo il tema trattato al convegno “I grandi poeti testimonials del Monferrato Patrimonio dell’Umanità” di ieri pomeriggio, all’orangerie del Castello di Piovera, che segnava la conclusione di “CastelliAperti”. L’incontro, collocato all’interno della rassegna “Il Monferrato nella Letteratura”, si è svolto in concomitanza alle celebrazioni in ricordo di Guglielmo VII, Marchese di Monferrato, figura storica del territorio, e ha visto susseguirsi una serie di interventi: Pierluigi Piano, Roberto Maestri, Elda Lanza, Massimo Carcione ed Elvira Mancuso. .
Un vero e proprio dialogo avvincente sul legame che lega il Monferrato alla letteratura, alla cultura e alla storia, dall’età Aleramica fino all’epoca contemporanea.
Dante Alighieri cita il Monferrato nella Divina Commedia, al canto VII, del Purgatorio, tracciando il profilo di Guglielmo VII Marchese di Monferrato come astuta figura politica del 1200, sempre pronta alla sfida e alle armi, collocandolo tra i principi negligenti ma nel contesto dei piccoli regnanti. Il poeta inoltre, lo ritiene casus belli nel conflitto contro Alessandria, per questo, lo colloca in un ramo inferiore rispetto ad altri reali. Ma il “Sommo poeta” cita nella Divina Commedia anche un’altra figura del luogo, Ubertino da Casale, scomodo frate del 1400.
Boccaccio invece lo cita nel Decameron, nella prima novella infatti Fiammetta racconta la storia della Marchesa di Montferrant, della quale si era innamorato perdutamente il Re di Francia. La Marchesa che non gradiva le attenzioni galanti del sovrano, narra la leggenda, riuscì ad allontanarlo offrendogli semplici minestre di pollo.
Anche Giosuè Carducci dimostrò un particolare interesse per i luoghi monferrini tanto da dedicare al nostro territorio oltre 230 pagine che raccolgono una serie di studi e contatti intrecciati con alcuni storici casalesi. Il poeta bolognese che nel 1879 si dovette trasferire per un periodo a Casale per un’ispezione governativa rimase affascinato dalla storia degli Aleramo e dei Bonifacio, identificando nel regno di quest’ultimi la corte ideale da prendere a modello per l’Italia. Iniziò a stilare anche la storia della famiglia Aleramo che però non riuscì a portare a termine, nonostante l’esortazione della regina a finirlo.
Pavese, pur essendo lo scrittore delle Langhe, visse per un breve periodo tra Crea e Casale e rimase ammaliato dai paesaggi del Monferrato tanto che descrisse con grande realismo splendide pagine ne “La Luna e i Falò”, in “Lavorare Stanca”, ne“Il Diavolo sulle Colline” o nella poesia “La Vecchia Ubriaca”, citandone le cantine, i paesaggi, i filari dei vigneti o le vendemmie.
Non poteva mancare in questo affascinante excursus storico e letterario, presentato al Castello di Piovera, l’alessandrino Umberto Eco, il semiologo e scrittore di fama internazionale che nei suoi libri racconta del Monferrato, come ne “L’isola del giorno prima”, in “Baudolino”.
Un patrimonio unico, quello monferrino, che spazia tra paesaggio, storia, architettura, eccellenze, arte e che merita di essere conosciuto e promosso attraverso una mirata pianificazione strategica turistica, di marketing per attirare i numerosi visitatori che tra pochi mesi saranno a Milano, per Expo 2015.