15 Febbraio 2015
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L’amore…come si vorrebbe che fosse. Recensione de “L’uomo perfetto” al Teatro San Francesco
ALESSANDRIA – “Siete mai uscite con l’uomo dei vostri sogni ?”
Il tema de “ L’uomo perfetto”, messo in scena dalla Compagnia Teatrale Stregatti sabato 14 febbraio al Teatro San Francesco di Alessandria, è il sogno romantico contro cui si scontrano la realtà e il bisogno emotivo. Il desiderio di perfezione patinata si identifica in esempi di sentimentalismo dozzinale, come frasi tipo o regalini zuccherosi, per coprire spesso una mancanza di reale intesa.
Marc e Giuly si incontrano in un bar, la loro è una storia molto poco ideale, basata sull’insistenza di una delle parti. La maschera è un romanticismo di facciata imposto da un lui patologico alla ricerca di una storia non costruttiva, ma riempitiva di una mancanza. I suoi gesti mielosi si scontrano con la riottosità di lei, che si ritrova suo malgrado coinvolta in una relazione, con un effetto irresistibilmente comico. L’amore non è tale, ma si rivela sfogo di patologie, bisogno di possesso e ossessione. I vertici di comicità si raggiungono con le invocazioni ripetute di Giuly al pubblico (“aiutatemi!”) e con lo stalking della ex fidanzata di lui gelosissima e violenta (una Greta Pavese armata di sega che segue ovunque e tenta di uccidere la protagonista).
La relazione malata infine sfocerà in un lieto fine inquietante. Proprio l’opposto del sentimento vero corrisponde ai modelli di sentimentalismo spicciolo e diventa ciò di cui ci si accontenta, non conoscendo nulla di più profondo.
Strepitosa Giusy Barone (anche autrice del testo). Tutto lo spettacolo gira intorno a lei e ai suoi repentini passaggi dal cedimento romantico, segnato dalla musica di “The time od my life, agli esilaranti rifiuti al corteggiamento di lui. Simone Mussi è efficace nell’interpretazione stralunata di un uomo insicuro e mammone, tanto folle da inventare un amore e crederci al punto di costringere la controparte al suo volere.
Il taglio registico di Gianluca Ghnò punta a ridicolizzare gli archetipi di amore più comuni, contrapponendo a situazioni grottesche musiche di film romantici e appartenenti alla memoria collettiva. Le citazioni sono numerose (Dirty dancing , Gost con la famosa scena del vaso …) e si susseguono con un ottimo ritmo, sortendo un effetto ilare molto riuscito. La scenografia vede sullo sfondo dei fili da bucato sui quali vengono appesi gli oggetti appartenenti al più comune immaginario sanvalentiniano (fiori e animaletti di peluche), spostati e messi in mostra a significare un’ostentazione tanto forte quanto vuota.
Un successo la serata di San Valentino al Teatro San Francesco, sala piena e pubblico evidentemente divertito. La stagione MARTE continua venerdì 27 febbraio con “La palestra” della Compagnia Veronica Cruciani e venerdì 30 marzo con “Kohlhaas” di Marco Baliani e Remo Rostagno. Chi ha già acquistato o acquisterà in anticipo il biglietto per il 30 marzo, avrà un supersconto per lo spettacolo “La palestra” (in questo caso il prezzo sarà 5 euro).
Nicoletta Cavanna