Autore Redazione
sabato
11 Aprile 2015
23:11
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Eventi

Un lui, una lei e il crollo della tolleranza. Recensione de “Coppia aperta, quasi spalancata” al Teatro Besostri di Mede

Un lui, una lei e il crollo della tolleranza. Recensione de “Coppia aperta, quasi spalancata” al Teatro Besostri di Mede

MEDE – “Così non si poteva più andare avanti…”

Amore, rispetto, stima  da un lato e passione dall’altro.  Questa paradossale dicotomia alla base dell’idea fallimentare della coppia aperta è il tema di “Coppia aperta, quasi spalancata” di Dario Fo e Franca Rame, messa in scena sabato 11 aprile dal Teatro della Cooperativa al Teatro Besostri di Mede, per la regia di Renato Sarti.

La commedia, scritta 32 anni fa, rispecchia un momento storico posteriore alle conquiste femministe, eppure caratterizzato, come ancora il presente, da una mentalità ipocrita che smentisce una parità dichiarata solo a parole. La coppia aperta funziona solo con la tolleranza da parte femminile, mentre da parte maschile prevalgono la gelosia e le ritorsioni più grette. A fronte di reazioni maschiliste e grottesche di un lui che si propone come amante appassionato solo in presenza di un rivale, la protagonista sceglierà una strada e una vita diverse.

Renato Sarti (eccezionalmente anche protagonista, nella parte del marito, nella replica al Besostri) dà un taglio psicanalitico ai momenti di riflessione dei protagonisti, che si rivolgono al pubblico come ad un confidente in grado di analizzare e giudicare. Lo spettatore diventa interlocutore tirato in causa  e sollecitato a paragonare la propria vita sentimentale con quella di Antonia e dell’ing. Mambretti, una coppia scoppiata, paradossale, ma, per molti aspetti, tanto normale da suscitare identificazione. Anche l’ambiente in cui si svolge l’azione è differente dall’originale e caratterizza la mania estetizzante e il forzato rinnovamento di sé che si genera alla fine di un rapporto. La casa diventa una palestra dotata di cyclette, tapis roulant, attrezzi ginnici di vario genere e una sauna, all’insegna del dimagrimento e del ringiovanimento vagheggiato al fine di ricostruirsi una vita.

Lo spettacolo gira intorno ad Alessandra Faiella che non fa rimpiangere Franca Rame, scegliendo un’interpretazione diversa e personale. La sua esasperazione è esilarante e le reazioni ai triti luoghi comuni e alla pochezza del marito fedifrago non sono mai scontate, ma sempre giocate con i toni giusti e tali da strappare la risata. Da sottolineare i monologhi, tra cui il racconto del dialogo con il figlio che, in inglese da college, la costringe a dieta, fitness e vita sociale: una non-comunicazione tra due piani generazionali che non riescono neppure a parlare la stessa lingua.

Un ottimo allestimento di una pièce arguta e intelligente, che al Teatro Besostri  ha goduto di un meritato successo di pubblico, sottolineato da risate e acclamazioni a scena aperta.

La stagione al Teatro Besostri continua sabato 25 aprile con “ Camere con crimine” di Sam Bobrick e Ron Clarck,  presentato dal Centro artistico e culturale Greenwood.

Nicoletta Cavanna

 

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