Autore Redazione
venerdì
17 Aprile 2015
22:32
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Eventi

Il radiodramma scorre davanti agli occhi. Recensione di “Lamiere roventi” al Teatro Sociale di Valenza

Il radiodramma scorre davanti agli occhi. Recensione di “Lamiere roventi” al Teatro Sociale di Valenza

VALENZA – “Una radio fatta da noi per noi”

Lamiere roventi/il radiodramma alla maniera di una volta”, scritto e interpretato da Lorena Senestro e Marco Bianchini, per la regia di Massimo Betti Merlin, è nato come radiodramma  ad episodi trasmessi da due emittenti radiofoniche. Il Teatro della Caduta ha presentato, venerdì 17 aprile, presso il Teatro Sociale di Valenza, l’anteprima nazionale dello spettacolo tratto dalla loro esperienza alla radio, assemblando le puntate e creando un contesto di totale falsità che diverte e destabilizza lo spettatore.

Susy e Alessio, due speaker volutamente banali e canonici nella loro parlata rispettivamente anglofona e milanesotta, conducono uno special su Anna e Silvano, protagonisti radiofonici di avventure fiabesche, che paiono uscite da un repertorio di paraletteratura. In un contesto metaradiofonico, dove la realtà sembra non trapelare mai perché continuamente smentita, Anna e Silvano si creano una radio su misura per narrarsi on line in uno pseudo reality che ricalca luoghi comuni e, per questo, non ha nulla dell’esperienza vissuta. I luoghi dove si svolgono le loro avventure raccontate sono rappresentati da disegni e fumetti con scritte onomatopeiche proiettati su un fondale bianco. I toni sono enfatici e melodrammatici, imperano la mancanza di credibilità, lo stereotipo e il lieto fine, nel segno comune del successo e del plauso collettivo inseguito a tutti i costi. Le vicende si tingono di eroismo o di atmosfere da telefilm giallo rétro e culminano con la  conquista dell’oscar per migliori attori, sullo sfondo della passerella delle celebrità di Hollywood.

In un tripudio di inverosimiglianza i due speaker iniziali si rivelano essere la coppia protagonista di tutte le vicende, gli stessi Anna e Silvano invecchiati e incerti del motivo che li ha spinti a fare della loro vita uno spettacolo.

Notevole il taglio registico che imposta le vicende su più piani temporali privi di concretezza: una cornice narrativa radiofonica che introduce un’altra narrazione radio, che si sposta in diversi tempi e luoghi. La virtualità che ne sortisce è accostata alla scenografia di disegni/fumetti, che trascina al tempo dei giornalini per ragazzi, e ad uno spezzone di film in bianco e nero, dallo stile enfatico ormai sorpassato, doppiato dai protagonisti.

Strana mescolanza di reality ante litteram con elementi di stile vintage che suggerisce molti spunti circa la vanità di ogni ostentazione. Si sorride di ciò che nella totale falsità esprime reali debolezze e si apprezza l’interpretazione di Lorena Senestro e Marco Bianchini, versatili e convincenti nel passare attraverso una gamma di cliché letterari e spettacolari per giungere ad una conclusione spoglia di orpelli e finalmente vera. 

La stagione al Teatro Sociale di Valenza prosegue venerdì 8 maggio con “Due Fratelli” di Fausto Paravidino presentato da Mulino ad Arte.

Nicoletta Cavanna

 

 

 

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