10 Maggio 2021
06:00
Da Alessandria al mondo: la storia di TexasBaby
ALESSANDRIA – Mi capita spesso di parlare con un mio coetaneo che sogna di fare successo nel mondo della musica. La frase ricorrente è sempre la stessa: “Voglio diventare il più forte di tutti”. Poche volte però conosco una persona che ha davvero i mezzi per poterlo fare.
Perché ti chiami TexasBaby? Questa domanda mette in difficoltà Simone, classe 2001, studente della SAE di Milano e rapper a 360 gradi con un grande progetto in testa: lasciare il segno con la sua musica.
Per conoscere davvero Simone dobbiamo però fare un passo indietro, esattamente nel 2017, quando il giovane artista trascorre il quarto anno delle superiori a Denton, Texas, USA.
É lì da poco, non mastica ancora perfettamente la lingua e conosce poche persone. La sua mente divisa in due metà: da un lato la vita italiana, dall’altro quella che stava per vivere.
Incontro (virtualmente) Simone in un giorno piovoso di aprile, il cielo era carico di pioggia, lui di storie da raccontarmi.
Inizia a parlarmi della sua prima canzone mai pubblicata: siamo negli USA, quel giorno il suo mood non è dei migliori, scrive di getto “Clyde e Bonnie”. Una canzone cruda, per questo bella: la prima vera traccia di TexasBaby. La carica su Sound Cloud: piace, sia a lui che ai suoi amici. Simone capisce che forse può davvero cavare qualcosa dalla musica. Trascorre le giornate in uno sgabuzzino dove, con iPhone e pc, registra le sue canzoni. “Clyde e Bonnie” verrà poi rimasterizzata e resa disponibile su Spotify, sotto il nome di “Cattivi”.
In realtà la prima impronta di TexasBaby va cercata qualche anno prima. Siamo alle medie e il giovanissimo rapper, per conquistare il cuore di una ragazzina, scrive e le dedica una canzone: “Probabilmente non l’ha mai ascoltata”.
Ma ritorniamo in Texas. Un giorno gli presentano un ragazzo che produce musica country e che soprattutto ha un piccolo studio di registrazione. Lì TexasBaby registra “Caliway”: può iniziare il vero viaggio.
Trascorso l’anno negli USA, Simone torna in Italia. E’ il 2019 e la nuova scuola del rap game italiano è appena esplosa. Inizia un altro periodo di stallo per TexasBaby: si rende conto che l’Italia non è l’America, ha senso continuare con la musica? risposta affermativa, Simone vuole qualcosa che sia più grande di un brano, pensa ad un contenitore in cui inserire tutte le canzoni che lo avevano accompagnato nell’ultimo anno di vita.
Per la prima volta decide di non fare tutto da solo, delega mix e master e si concentra sulla qualità: il grande filo rosso che c’è sempre stato dietro alle sue canzoni.
A ottobre 2019 è tutto pronto per l’EP: Contenitore. “Sei Post Malone”, una delle prime cose che ho pensato quando l’ho ascoltato. Simone sorride. Negli USA abitava nella cittadina affianco a quella di Post.
Ad inizio 2020 pubblica “Show”, la traccia che chiude il cerchio del suo Ep, anche musicalmente. Poche settimane dopo arriva il Covid.
Difficile fare musica chiuso in un appartamento, ancora di più se sei sempre stato abituato a viaggiare e respirare culture diverse. Ad inizio lockdown Texas lavora ad una nuova canzone, poi il blocco. La riprende in mano a maggio: registra “Hollywood”, la sua prima hit estiva. La traccia suona, il video (molto hollywoodiano) vola e gli stream lo seguono: il primo grande salto di TexasBaby.
L’estate finisce e finalmente Simone si trasferisce a Milano. Potrà dedicarsi h24 alla sua passione. Inizia a studiare che cosa vuol dire fare musica dietro le quinte e capisce che per essere un cantante che spacca non bastano le canzoni, bisogna curare alla perfezione anche tutto ciò che vi sta dietro. Registra tantissimo, ma esce una sola canzone: “Colpi nel cielo”. è il 18 febbraio 2021. In questa traccia TexasBaby rivoluziona completamente il sound, molto più vicino alla wave trap melodic. Si racconta uno spaccato di vita americano teletrasportato in Italia. La traccia ha successo.
Ora Simone è davanti ad un bivio: trasformare la propria musica o restare fedele alla culla del rap? Le classifiche parlano chiaro: è il rap a regnare incontrastato.
Conosce Charlie Rapino, un pezzo grosso della musica italiana. Lui crede in TexasBaby e lo mette a contatto con Artist First, un’etichetta musicale che si occupa di promuovere artisti emergenti con grandi potenzialità. Gli offrono subito un contratto di distribuzione.
Ad aprile 2021 esce “Fucking Wrong”, La sua prima vera traccia in inglese. Il first impact è positivo, ma qualcosa va storto: YouTube decide di censurare il suo video e nella penisola la traccia non viaggia. “La musica italiana è figa ma in troppi pochi conoscono quella USA, in questo modo molti artisti nostrani possono copiare oltreoceano senza che nessuno se ne accorga. Anche perché l’inglese non lo capiscono bene in molti qui”.
Ed è proprio qui che il cerchio si chiude. “Voglio diventare l’artista più influente al mondo”. Come? attraverso l’inglese. “Bisogna concludere ciò che alcuni rapper nostrani hanno iniziato, rendere l’’Italia il centro della musica mondiale”, magari, prosegue Simone, con un album in inglese e una versione italiana per gli affezionati. “In questo momento non più diventare Worldwide facendo solo musica in italiano”
TexasBaby l’inglese lo conosce e anche bene. Sta studiando giorno e notte per possederlo sempre di più.
Solo ora capiamo chi è davvero TexasBaby: un ragazzo alessandrino che in Texas è rinato, un cucciolo texano pronto a diventare leggenda.
Il 20 maggio uscirà “Sogni”, il nuovo singolo di TexasBaby.