23 Luglio 2015
10:43
A Castelletto Merli, torna la sfida tra compagnie di teatro amatoriale
CASTELLETTO MERLI – Le tre serate di Festival Teatrale Premio Magnoberta – Castelletto Merli Palcoscenico mettono in competizione tre Compagnie selezionate col lavoro di mesi trascorsi a visionare gli spettacoli delle 14 candidate (interesse palesemente crescente che coinvolge ormai tutto il Piemonte) allettate dal bando dell’associazione io vivo castelletto.
Il festival del teatro per passione non è un cartellone teatrale, ma una gara tra Compagnie Amatoriali. Un Festival, appunto, dedicato a coloro che al teatro si dedicano con e per passione. La manifestazione è nata con questa impronta: dare spazio di confronto alla bravura e all’impegno non professionale, dove la non professionalità non significa minor lavoro, minor fatica, minor coraggio, ma vuol dire non vivere di palcoscenico, perché per il resto anche la passione amatoriale per il teatro richiede studio, lunghe prove e il coraggio di affrontare un pubblico, esattamente come per i professionisti
Il Castelletto Merli Palcoscenico dalla prima edizione è sostenuto dalla Distilleria Magnoberta di Casale Monferrato e dalla Fondazione Cassa Di Risparmio Di Alessandria, senza questi aiuti il festival sarebbe rimasto un bel progetto. Un esempio di forte collaborazione tra un’azienda locale, la storica Distilleria casalese e una comunità, quella di Castelletto Merli che ha confermato nelle edizioni precedenti la formula vincente di sposare il Monferrato, la cultura e la passione per il teatro amatoriale. La relazione tra impresa e cultura fa vincere il territorio.
Tre le compagnie ammesse per le tre serate di Festival, e per la la proclamazione del vincitore domenica 26 luglio, poco prima della mezzanotte.
Venerdì 24 luglio.
Torna sul palcoscenico castellettese la spettacolare allegra compagnia mister brown guidata ed animata dal bravissimo Fabio Scudellaro, vincitore lo scorso anno del premio miglior attore protagonista. Mister Brown è di Buriasco, in provincia di Torino, e nel 2014 fu una delle grandi protagoniste, lottando con una minima differenza di punti col vincitore dell’edizione (la Fuori di Quinta di Asti). Nasce nel 2006 da un’idea di Fabio Scudellaro, a quel tempo attore del Gruppo Artisti Associati di Torino, e di Elisa Garnero, sua moglie. Da lui prese vita un laboratorio teatrale dove poter studiare le materie di base inerenti al lavoro dell’attore. Il suo progetto è quello di formare una compagnia teatrale stabile con la quale poter proporre un repertorio del teatro italiano e non. “TRE….TUTTE PER ME” è il titolo dell’opera presentata sul palco castellettese; la trama è brillantissima: Si ritorna agli anni 60 con Claudio, impunito donnaiolo, che mantiene tre relazioni contemporaneamente con altrettante hostess di diversa nazionalità senza che nessuna di loro sappia delle altre. Il gioco delle relazioni sembra funzionare anche grazie ad una governante costretta ad ogni visita a cambiare il menù e i fiori in salotto. Ma un giorno arriva dall’Italia, inaspettatamente, Roberto un vecchio compagno di scuola di Claudio ed il suo romantico calendario subirà intoppi a non finire. Questo degenererà in una serata di follia difficile da dimenticare. La leggerezza del testo, il ritmo serrato e la bravura degli attori, ne fanno una vera chicca per chi vuole passare un paio d’ore di divertimento e spensieratezza.
Sabato 25 luglio
New entry per la kermesse castellettese: Lillibo Teatro di Alessandria, che porta in scena “Da Giovedi’ A Giovedi’ ”. Lillibo è una Compagnia che si presenta con appeal coerente con lo spirito che anima Castelletto Merli Palcoscenico: ridere e divertire. “Ridere – dicono dalla compagnia per presentarsi – è una necessità dell’anima: ridiamo per divertirci, ridiamo per sconfiggere i nostri crucci quotidiani. Ridiamo di noi stessi e degli altri, ridiamo esteriormente od interiormente, con il cuore o l’intelletto. Ridere per ridere, ‘gratis e senza impegno”. Su quest’ultimo concetto si fonda la nostra speranza d’attori”. Sul palco castellettese portano Da Giovedi’ A Giovedi’
commedia brillante in due atti di Aldo De Benedetti (Roma, 1892 – Roma, 1970) commediografo e sceneggiatore italiano.
Fu uno tra i più importanti esponenti del teatro d’evasione nel periodo fra le due guerre. Cominciò a scrivere molto giovane, dalla fine degli anni ’20, sia per il teatro sia per il cinema.
Dal 1938 si dedicò al cinema, ma essendo di origine ebrea, le leggi razziali del regime fascista lo obbligarono al silenzio e il suo nome non poté Comparire nelle locandine dei film. Per lo stesso motivo non poté far rappresentare nemmeno le sue commedie. Tornò al teatro solo dopo la fine della guerra con commedie di stile pirandelliano. Notevole fu la sua attività di sceneggiatore per il grande schermo, dove si cimentò con successo nello stile dei `telefoni bianchi’.
Questa commedia, scritta da Aldo Benedetti nel 1959, andò in scena per la prima volta al Teatro Ridotto dell’Eliseo di Roma nel 1961, da allora è stata proposta più volte da compagnie amatoriali ed attori professionisti, sempre con successo per l’ attualità dei suoi contenuti: infedeltà coniugale, o presunta tale, trattata con leggerezza ed ironia senza mai scendere in volgarità. La trama, scritta da De Benedetti nel 1959, andò in scena per la prima volta al teatro ridotto dell’Eliseo di Roma nel 1961, offre numerosi spunti sulla vita di coppia scendendo profondamente nella psicologia femminile e nella sua impossibile comprensione da parte di quella maschile, offrendo sottili spunti ironici e grottesche situazioni divertenti. L’infedeltà coniugale, o presunta tale, trattata con leggerezza ed ironia senza mai scendere in volgarità.
Domenica 26 luglio
Luigi Mariano Di Carluccio inaugura una delle novità apportate dal bando 2015: la possibilità offerta ai monologhi – ed ai monologhisti – di salire sul palco castellettese. Anche Di Carluccio è alessandrino, a Castelletto Merli porta il suo Teseo E Il Minotauro. Lo spettacolo racconta l’unico evento che sconvolge veramente la vita di un uomo: la nascita di un figlio.
Riuscirà il protagonista ad aumentare i classici cinque minuti di attenzione maschili e a convincere la società di essere finalmente pronto e maturo a diventare padre? Riuscirà a vivere tutte le emozioni del momento senza farsi sopraffare? Supererà la prova del cambio del pannolino? E nelle notti insonni, rimpiangerà le partite di calcetto con gli amici del sabato sera?
Questi e altri enigmi vengono svelati nello spettacolo Teseo e il minotauro, un anno di paternità, un anno di sentimenti, di emozioni, di risate, di sorprese che verranno condivise con chi le vorrà ascoltare. Il monologo teatrale racconta in forma brillante l’avventura del primo anno di paternità, le ansie e le sconcertanti novità che l’arrivo di un bambino porta nella vita di una coppia dal punto di vista maschile e, naturalmente, la tenerezza e l’amore che ogni genitore scopre di poter provare per il proprio figlio. Diventare padre è un evento al quale nessuna preparazione preliminare rende pronti, un istante che non solo cambia la vita, ma anche la percezione del mondo esterno e i rapporti con chiunque. Tutto diventa filtrato dalla nuova condizione di genitore, che impara giorno dopo giorno a conoscere un bambino con esigenze da scoprire. Questa l’esperienza, autobiografica e a tratti scherzosa, raccontata, per singoli passi e per esilaranti episodi, da Luigi Di Carluccio. Dall’emozione dell’ecografia, al parto, alla difficoltà dell’allattamento nella ferma intenzione di privilegiare il latte materno a quello artificiale, ai pomeriggi al parchetto. Sono divertenti e teneri al contempo l’attenzione, la buona volontà e l’impegno enorme profusi al fine di fare tutto ciò che è meglio per un bambino, tanto da creare una sorridente empatia in chi ascolta. La narrazione segue un registro ilare e leggero, ma rivela momenti toccanti quando descrive la fragilità di una famiglia appena nata. In una fase così delicata tutto spaventa e appare un ostacolo al benessere e alla salute. Così spaventano i pianti, le mancate poppate e, soprattutto, il senso di mortalità che colpisce ogni genitore che si scopre indispensabile ed insostituibile. Il minotauro è una forza irrazionale che può irrompere all’improvviso e disperdere ciò che più si ama al mondo, con la malattia e la fine. Alla nuova gioia si accompagna un senso di responsabilità e di timore che possono accompagnare solo ciò che più si ama. E poi ciò che ogni genitore prova nel suo cuore: la consapevolezza di aver vissuto, lavorato e fatto una quantità di gesti solo per giungere all’inestimabile bellezza dello sguardo e del sorriso del proprio bambino.
Brillante e briosa tutta la narrazione, ricca di aneddoti scherzosi ma sinceri, tali da far rivivere, in chi ascolta, analoghe esperienze comuni per ingenuità e buoni propositi. Esilaranti i racconti dei pomeriggi al parchetto con i discorsi delle mamme pronte ad elogiare i prodigi dei propri pargoli, come le reazioni diverse e goffe al nome Teseo del bimbo. Si ride tanto e, di fronte alla culla, unico elemento di scena insieme ad un pupazzo, che rappresenta il pargolo, e ad alcuni giochi, è spontaneo rievocare, ascoltando, momenti che appartengono a tutti noi e costituiscono ciò per cui vale la pena vivere.