18 Marzo 2022
17:52
Il 26 e 27 marzo “Grignolino: il Nobile Ribelle” a Grazzano Badoglio
GRAZZANO BADOGLIO – Sabato 26 e domenica 27 marzo a Grazzano Badoglio, in provincia di Asti, sarà protagonista il Grignolino.
Il vitigno autoctono del Monferrato è stato definito in tanti modi: ribelle, selvatico, anarchico “testabalorda”. I suoi tannini spiccati gli conferiscono un carattere un po’ spigoloso ma è un vino che sa anche “invecchiare bene”.
Nell’ex Scuola di Grazzano Badoglio saranno 85 i produttori e oltre cento le etichette in degustazione per la prima edizione di “Grignolino, il Nobile Ribelle”, evento organizzato dall’Ais – Associazione Italiana Sommelier del Piemonte, con le delegazioni di Asti e Casale, supportate dal Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, dal Consorzio Colline del Monferrato Casalese, dalle Associazioni dei Produttori di Grignolino d’Asti Doc-Piemonte Doc Grignolino e Monferace.
Nelle due giornate, dalle 11 alle 18, daranno voce al “nobile ribelle” i sommelier delle due delegazioni che parleranno di grignolino in tutte le sue diverse sfumature, ne racconteranno storia, territori e diversi stili di vinificazione e affinamento.
L’evento è a ingresso libero senza prenotazione con un costo per la degustazione di 15 euro (10 per i soci Ais).
La parte ristorativa è stata affidata a Francesca Persano, meglio conosciuta come “Miss Dado” che attualmente gestisce la struttura e Vimini, un ristorante in centro a Torino, che realizzerà due menù, uno di carne e uno di pesce, per offrire la possibilità non solo di mangiare e di avere una scelta varia ma anche di sperimentare i diversi abbinamenti possibili con il grignolino, vino dalla grande versatilità.
I locali ospiteranno la mostra dello Studio C&C di Paolo Albertelli. Il barman Nicola Mancinone del Confessionale Vermouth and Mix Bar, proporrà alcuni cocktails base grignolino per avvicinare anche i più restii a questo vitigno, dandogli una veste nuova e alternativa.
ANCORA QUALCHE CURIOSITÀ SUL GRIGNOLINO
L’origine del nome è incerta: qualcuno sostiene che Grignolino derivi da “grignole”, termine dialettale astigiano che indicava anticamente i vinaccioli, che in questa varietà sono più numerosi rispetto ad altri vitigni e sono responsabili della sua marcata tannicità. Per altri sarebbe legato all’espressione “grigné”, in piemontese sorridere, perché a un sorriso assomiglierebbe l’espressione che, causa tannini, si disegna sul volto di chi lo beve. Secondo gli studi della studiosa Enza Cavallero, il primo documento scritto in cui si cita il Grignolino (come Berbexinius) è un atto d’affitto datato 1249, trascritto dai monaci del Capitolo di Sant’Evasio di Casale Monferrato. Tra gli appassionati di Grignolino, ci fu Umberto I di Savoia. Il re d’Italia lo amava così tanto che non solo lo voleva in tutti i menù più importanti di Casa Savoia, ma lo celebrò durante la sua visita all’Esposizione e Fiera dei vini nazionali del 1891 ad Asti. Anche il medico Giovanni Lanza, che fu presidente del Consiglio dal 1869 al 1873, fu produttore egli stesso a Roncaglia di Casale Monferrato. Fu Gino Veronelli a ribattezzarlo l'”anachico testabalorda”. E anche Jorge Mario Bergoglio appena eletto pontefice fu subito ribattezzato il Papa del Grignolino perché le sue origini sono di Portacomaro d’Asti, terra dove da sempre si coltiva questo vitigno. La produzione oggi si avvicina ai 2 milioni e mezzo di bottiglie: sfiora il milione la doc Grignolino d’Asti, 450 mila la doc Grignolino del Monferrato Casalese, 940 mila la doc Piemonte Grignolino.