7 Giugno 2022
15:20
Venerdì 10 giugno alla Fondazione Longo lo spettacolo “Partigiani Sempre!”
CASTELLAZZO BORMIDA – Venerdì 10 giugno, alle 21, negli spazi espositivi della Fondazione Luigi Longo a Castellazzo Bormida, in via Baudolino Giraudi 421, andrà in scena “Partigiani Sempre!”.
Nello spettacolo, le musiche e le canzoni, composte e suonate da Maurizio Camardi (sassofoni, duduk, tastiere) e dagli Yo Yo Mundi (Paolo Enrico Archetti Maestri, voce e chitarre, corde, Andrea Cavalieri, basso elettrico e voce, Eugenio Merico, batteria e percussioni) si uniscono alle parole scritte e interpretato da Massimo Carlotto per raccontare la Resistenza.
“Partigiani Sempre!”, con la regia di Valeria Mantegazza, racconta l’antifascismo come modello fondante dell’Europa dei diritti universali e delle costituzioni democratiche attraverso episodi noti e meno noti, dalla strage della Benedicta a Marzabotto, dalla famiglia monfalconese Fontanot agli emigrati italiani ed europei in Francia organizzati dal poeta armeno Manoukian.
La prima rappresentazione piemontese dello spettacolo, co-prodotto dall’ANPI di Cesenatico e dall‘Associazione “Memoria della Benedicta”, con il sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria e del Consiglio Regionale del Piemonte, sarà il 9 giugno, alle 19 al Polo del ‘900 a Torino nell’ambito del “Festival Archivissima 2022“. Il giorno seguente lo spettacolo sarà poi riproposto nella sede della Fondazione Longo, a Castellazzo Bormida nell’ambito della rassegna “E a un certo punto il Rosso cambiò colore”.
“La narrazione e le musiche – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Memoria della Benedicta, Daniele Borioli – oltre al loro valore artistico e culturale, collocano la storia tragica della Benedicta, la più grande strage di partigiani combattenti verificatasi nel corso della lotta di liberazione, nel contesto più ampio dello scontro cruento che connotò il periodo compreso tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1945, interessando diversi territori e coinvolgendo sia le popolazioni civili sia i combattenti per la libertà. Non casualmente, tra le storie narrate nell’opera c’è anche quella di Marzabotto, dove si consumò il più spietato eccidio di civili compiuto dai nazifascisti. Anche per questo – conclude Borioli – abbiamo aderito sin dall’inizio con convinzione alla proposta degli autori: poiché il valore intrinseco del sacrificio cui si esposero i partigiani del nostro Appennino, nella settimana di Pasqua del 1944, si coglie ancora più nettamente se collocato nel contesto ampio dell’Italia occupata, nella quale un nemico ormai prossimo alla sconfitta si accanì contro gli italiani, per rendere ancora più alto il loro tributo di sangue alla libertà”.