Autore Redazione
domenica
6 Dicembre 2015
19:04
Condividi
Eventi

La paura sublimata in incanto. Recensione di “Alice under attack”

La paura sublimata in incanto. Recensione di “Alice under attack”

ALESSANDRIA – La paura della perdita del controllo, le creazioni della mente e le sue fobie attraverso le figure fantastiche di “Alice nel paese delle meraviglie”, vere proiezioni delle fantasie mentali, sono il filo magico che attraversa  “Alice under attack”, presentato dalla compagnia La Barca dei Soli , domenica 6 dicembre al Teatro San Francesco, nell’ambito della Rassegna MARTE.

 Il regista Claudio del Toro rilegge la favola di Carroll alla luce del punto di vista di una ragazza epilettica e delle sue paure, nate nell’infanzia, legate alla malattia.

Alice non cresce, la sua personalità è bloccata dal timore di perdere il controllo di sé durante gli attacchi, ma proprio quando si perde, si ritrova. Le sue fantasie si concretizzano nei personaggi fantastici ispirati alla favola di Carroll, lati di lei stessa che la inducono a crescere e a non concentrarsi sul timore del futuro.

Il sapore è quello di una favola dove il corpo narra tanto quanto la voce.  Chiara Pascale danza con o senza musica, con movenze hip hop e di danza contemporanea, ricrea con i gesti una confusione mentale e una scarica elettrica che la attraversa per farla uscire da se stessa.

Il passaggio da una dimensione ad un’altra è dato da un telone/specchio, attraverso cui i protagonisti passano come in uno stargate e sul quale vengono proiettate immagini fantastiche.

Lo Stregatto (Claudio del Toro) ha le movenze di David Bowie, come il duca bianco è algido ed elegante e come lui è ambiguo ed enigmatico. Eppure è attraverso i suoi enigmi, come quelli del Cappellaio matto (Elisabetta Baro) e della Regina di cuori che Alice trova la via della realizzazione della sua personalità.

Lo spettacolo è immerso in un clima di sogno nel quale trovano posto immagini, musiche e danza. Su tutto prevale un trait d’union poetico che sovrappone le memorie infantili (impersonate dalla giovanissima Greta  Dordo) e i timori dell’età adulta.

Il contesto di leggerezza e di magia svela anche momenti decisamente divertenti, come la lezione della Regina di cuori (un Claudio del Toro decisamente convincente nelle vesti di una regina dalla parlata tedesca e dal fare militaresco) sulle tipologie di uomini da evitare nella vita.

La lezione è amare se stessi e imparare ad accettarsi per interagire correttamente con il mondo.  Si può dire in tanti modi, il migliore è attraverso un sogno danzato.

Nicoletta Cavanna

Condividi