Autore Redazione
giovedì
17 Dicembre 2015
23:36
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Eventi

La sobrietà e l’essenza. Recensione di “Racconti d’amore in punta di piedi” al Sociale di Valenza

La sobrietà e l’essenza. Recensione di “Racconti d’amore in punta di piedi” al Sociale di Valenza

VALENZA – “Qualsiasi storia d’amore, per non morire, deve essere ascoltata e raccontata”

“Racconti d’amore in punta di piedi “ di Daniel Gol , presentato al Teatro Sociale di Valenza , giovedì 17 dicembre , crea nello spettatore  una situazione di attesa simile all’incanto di chi ascolta una favola.

I racconti sono attraversati dalla transizione attraverso le diverse età della vita. Una donna rivive la sua infanzia con la nonna, passando dal momento presente al passato, che prende la dimensione di essenza prima, mentre un anziano e triste ex negoziante di giocattoli (Gino Capogna, bravissimo a  trasmettere emozioni con il corpo) può ritrovare una scintilla di dolcezza grazie ad una bambina (Elisa Sharka di 8 anni), che gli porta la sua giostra rotta. Daniela Tusa è un’adulta che racconta, è una bambina che incontra un anziano a sua volta bambino nel bosco (forse dopo una vita di attesa che qualcuno lo andasse a prendere), è, infine, un’anziana che sorprende un piccolo ladro nel suo appartamento.

Le situazioni sembrano uscire da un libro di fiabe e l’atmosfera è senza tempo, come i protagonisti sono senza età e passano da una stagione all’altra della vita. Le affinità elettive sono tradotte da Gol con gesti e parole misurati, che rimangono nel regno del non ostentato, ma creano un effetto di forte poesia e di calore umano.

Il momento più intenso si respira durante il dialogo, nella cornice di una finestra,  tra l’anziana signora e il ladruncolo, interpretato da Capogna, emblema di ciò che si è stati e si è ancora dentro di sé. La presenza  del bambino,  che cessa di essere una minaccia, riempie finalmente un soggiorno vuoto, in attesa ogni giorno della padrona di casa che lo ignora, perché chiusa nella solitudine e nella causticità.  

A terra foglie secche, l’evocazione di un bosco o del tempo che passa,  sul palco pochi oggetti, tra cui qualche giocattolo, bottoni, una finestra. Tutto è stilizzato nel segno di un suggerimento che rimane sospeso come un trait d’union e ricongiunge tante voci in un’impressione che si fissa: l’incanto di alcuni legami è essenziale, travalica le età e le circostanze per diventare comunione di anime.

Evidente e caloroso il gradimento del numeroso pubblico al Sociale di Valenza.

Nicoletta Cavanna

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