Autore Redazione
giovedì
16 Maggio 2024
13:53
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Eventi - Incontri - Alessandria

Sabato in piazza Don Soria ad Alessandria la mobilitazione contro i suicidi in carcere

Sabato in piazza Don Soria ad Alessandria la mobilitazione contro i suicidi in carcere

ALESSANDRIA – Si intitola “Suicidi in carcere: indignarsi non basta più” l’iniziativa promossa ad Alessandria dalla Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale. Appuntamento questo sabato alle 11 in piazza Don Soria. Previsto un momento di riflessione sui suicidi e sulle morti in carcere. Saranno letti i nomi delle persone morte in carcere, dei detenuti morti per suicidio, per malattia e altre cause ancora da accertare, oltre ai nomi degli agenti di polizia penitenziaria che quest’anno si sono tolti la vita, per non dimenticare le loro storie e il dramma delle loro famiglie.

Insieme alla Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Città di Alessandria l’iniziativa è stata organizzata dalla Camera penale di Alessandria, dal C.I.S.S.A.C.A, dal Coordinamento Regionale AVP, dall’associazione ICS-ETS, dalla cooperativa Fuga di Sapori, dalla cooperativa Pausa Café e Betel Odv.

“Sono trascorsi due mesi dall’appello con cui il Presidente della Repubblica invitava la classe politica del nostro Paese ad adottare, con urgenza, misure immediate per allentare il clima di tensione all’interno degli istituti penitenziari, causato principalmente dal sovraffollamento, dalla carenza di personale e dall’inefficienza dell’assistenza sanitaria intramuraria. Alla luce di nuovi drammatici suicidi e constatando l’indifferenza della politica rispetto all’acuirsi dello stato di sofferenza dei detenuti, si rende indispensabile ripetere l’iniziativa il 18 maggio, chiedendo soluzioni giuridiche immediate sia alla politica attraverso provvedimenti che riducano il sovraffollamento sia all’Amministrazione Penitenziaria attraverso provvedimenti che migliorino le condizioni di vita dentro le carceri e chiedendo alla società civile una sensibilità che superi la visione carcero centrica”. 

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