Autore Redazione
venerdì
19 Febbraio 2016
23:37
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Eventi

La lotta amorosa e un possibile epilogo. Recensione de “Piccoli crimini coniugali “ ai Crepuscoli

La lotta amorosa e un possibile epilogo. Recensione de “Piccoli crimini coniugali “ ai Crepuscoli

CASALE MONFERRATO – “La coppia è una libera associazione di assassini  …una coppia giovane cerca di sbarazzarsi di altre coppie, una coppia vecchia è quella in cui ognuno cerca di sbarazzarsi del proprio compagno”.

“Piccoli crimini coniugali” di Eric-Emmanuel Schmitt, presentato dalla compagnia “La Corte dei Folli” di Fossano, venerdì 19 febbraio, nell’ambito del Festival Teatrale i Crepuscoli, all’Auditorium Santa Chiara a Casale, e in scena anche sabato 20 febbraio, gira intorno a questo assunto.

Gilles, il protagonista, scrittore di romanzi gialli tra cui un libro intitolato appunto “Piccoli crimini coniugali”, che sostiene la tesi della crudeltà della vita di coppia, a causa di un incidente, perde la memoria. La moglie Lisa lo aiuta a ricordare, in un confronto dialettico che vede subito emergere degli elementi di falsità latente.

La memoria ricostruita si alterna alla verità che man mano emerge e la routine di coppia appare sotto angolazioni diverse e sorprendenti,  attraverso cambi di prospettiva e dialoghi serrati che trasudano incomprensione e ironia. L’amore non è semplice e nulla è scontato.

Il testo di Schmitt  è valorizzato, nella regia di Marina Morra, da un ritmo esatto che alterna battute rapide e affilate come rasoi a momenti di dialogo muto, durante il quale i coniugi si squadrano l’uno all’insaputa dell’altro, alla ricerca di verità sottaciute. L’atmosfera è destabilizzante, alterna ironia e inquietudine, rivelazioni che ribaltano la situazione e dichiarazioni di amore ad oltranza, sino ad una risoluzione finale rigenerante. La lotta pare l’unica dinamica efficace e, infine, pacificante.

Pinuccio Bellone è misurato e convincente nel ruolo di chi sembra subire, ma, in realtà, guida il gioco per ottenere chiarezza; Cristina Viglietta è innamorata e prigioniera del suo amore totalizzante e distorto. La descrizione che fa della sua impossibilità a controllare possesso e gelosia è di rara intensità e rimane impressa come un marchio di degenerazione violenta.

Molto si parla della dinamica di coppia ed è facile cadere nella banalità. La scrittura di Schmitt preserva da tale rischio grazie ad un tessuto dialogico di grande intelligenza e tensione emotiva, reso con notevole bravura e verità da “La Corte dei Folli“.

Molti applausi dal pubblico dell’Auditorium Santa Chiara, dove lo spettacolo verrà replicato sabato 20 febbraio alle ore 21.

Nicoletta Cavanna

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