Autore Redazione
giovedì
10 Marzo 2016
23:02
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Eventi

César Brie: l’amore e i mezzi del teatro alla Mezza Stagione di Costigliole

César Brie: l’amore e i mezzi del teatro alla Mezza Stagione di Costigliole

COSTIGLIOLE D’ASTI – César Brie è un attore, regista, drammaturgo argentino. La sua vita è intessuta del suo teatro, sin dall’arrivo, diciottenne, in Italia,  con la “Comuna Baires”, gruppo teatrale da lui fondato con un gruppo di artisti. Nel suo iter artistico compaiono l’Odin Teatret in Danimarca e il Teatro de Los Andes boliviano sino alla nomina, nel 2012, tra le tre migliori regie al premio UBU con lo spettacolo “Karamazov”.  I suoi molti lavori hanno toccato tanti temi, rimanendo fedeli ad una visionarietà di fondo e ad un’adesione alla metafora che suggerisce altri significati.

Sabato 12 marzo, alle ore 21, César Brie sarà al Teatro Municipale di  Costigliole d’Asti, nell’ambito della Mezza Stagione, con il suo spettacolo storico “Il mare in tasca”, considerato il suo manifesto poetico.  

César Brie, di cosa parla “Il mare in tasca” ?

E’ la storia di un attore che si sveglia trasformato in un prete e litiga con lui sul teatro. Quando  devono accordarsi su qualcosa lo fanno sull’amore, ma lo intendono in modo diverso e litigano anche su quello. Per l’attore l’amore è verso tutti, per il prete è solo verso Dio (anche oggi capita qualcosa di simile con la polemica sulle adozioni). È una metafora, un lavoro tragicomico sui mezzi del teatro e sull’amore.  Lo spettacolo è dell’89 e oggi ha 27 anni. Qui , per la prima volta,  ho sviluppato una poetica, che poi ho approfondito, di interazioni di immagini e di riflessioni

Che ruolo ha qui la spiritualità, tema ben evidente in altri tuoi lavori come “Frammenti” (su Simone Weil) ?

Ero credente da bambino  e non mi sono allontanato dalle ragioni che portano ad occuparsi degli altri. La spiritualità è fondamentale, per questo ho lavorato su Simone Weil. La domanda che si fa l’attore (ne” il mare in tasca”) sulla scena è la domanda di Pessoa: “cosa sta dietro le cose ?”,  ovvero, cos’è quel reale che non appare ma che è parte della realtà?  Io penso che tutti abbiamo uno spirito, siamo esseri umani perché pensiamo, ma , come dice Simone Weil, pensiamo a vuoto se non afferriamo il mondo intero. Questo per me è la spiritualità, non sto parlando di fede o di dogmi.

C’è un aspetto ironico nello spettacolo ?

Il rapporto che si stabilisce tra l’attore e il prete è anche comico. Ad un certo punto c’è uno spettatore (parte dello spettacolo, che si avvale di un pubblico immaginato) che vuole andare via e l’attore lo rimprovera, dicendogli  che lo spettacolo, per chi è sulla scena, è una cerimonia. L’attore stesso ha bisogno di essere creduto e  diventa spettatore della fame di sincerità del pubblico. Dietro ogni cosa c’è qualcos’altro,  il reale è in agguato, sta dietro, ci muove ed  è nell’arte che si svela la verità del reale che crediamo di vivere.

Cosa ti ha spinto a scrivere di un attore, un prete e Dio ?

Volevo vedere cosa c’era dietro l’apparenza delle cose e questa è stata anche una riflessione sugli elementi scenici.  C’è un letto che diventa il letto verticale di qualcuno che veglia, come Giobbe;  i piedi del letto si aprono e sono angoli di memoria, come il ricordo del matrimonio fallito.  Dietro  la porta  che si dovrebbe aprire c’è la morte, ma la morte  nel teatro è il finale. Il prete mi serviva a fare i conti con il mio passato cattolico, a far ridere gli spettatori e a fare i conti con il regista: posso litigare con Dio come prete, ma sono, allo stesso tempo, un attore che litiga con il regista.

È cambiato lo spettacolo in questi anni ?

Dall’89  ad oggi ho aggiunto solo una scena, per il resto è rimasto identico. Tutti lo trovano diverso, ma in realtà sono io ad essere cambiato. Mi diverto molto a farlo, è uno spettacolo che amo e lo ripeto per le generazioni che non l’hanno visto.

 

Il biglietto singolo costa € 11,00 intero, € 9,00 il ridotto.

Info e prenotazioni: TEATRO DEGLI ACERBI – cell. 339 2532921 – info@teatrodegliacerbi.it  www.teatrodegliacerbi.it 

Lo spettacolo sarà preceduto dalla Pillola di danza: YY di e con Aldo Torta e Stefano Botti di Tecnologia Filosofica. A seguire dopoteatro nella Cantina dei Vini sottostante il teatro a cura di Symphòniam Associazione-Cultura Musicale con “Musiche…da film”, un breve viaggio tra indimenticabili colonne sonore con il soprano Stefania Morando .

Nicoletta Cavanna

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