Autore Redazione
giovedì
7 Aprile 2016
00:11
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Eventi - Piemonte

“Ama il prossimo tuo”ad Asti. Intervista a Marco Baliani

“Ama il prossimo tuo”ad Asti. Intervista a Marco Baliani

ASTI – Marco Baliani è un attore, regista e autore cui si deve, con lo storico spettacolo Kohlhaas (dal racconto di Von Kleist), la nascita del teatro di narrazione. I suoi spettacoli hanno attraversato e segnato il panorama teatrale italiano, rinnovando il suo stile di affabulazione orale e declinandolo in diverse varianti.

Venerdì 8 aprile sarà ad Asti, allo Spazio San Giovanni, alle ore 21, nell’ambito de “Le sfide della fede”, con “Ama il prossimo tuo”, spettacolo che prende lo spunto dalle parole del vangelo di Luca.

Marco Baliani, di cosa tratta “Ama il prossimo tuo”?

E’ un po’ di anni che lavoro a spettacoli che ho chiamato “viaggi del pensiero affabulante”, percorsi narrativi a partire da una parola. Ho cominciato con “Tracce”, anni fa, che era intorno alla parola stupore, poi ho lavorato sulla parola straniero e poi su spirito. Intorno alla parola costruisco una costellazione di racconti e di riflessioni che si intrecciano tra loro. Per “Ama il prossimo tuo” la parola su cui vorrei far riflettere gli spettatori è prossimo, che rispecchia appunto la prossimità

Chi è il prossimo?

Per sapere chi è il prossimo dobbiamo metterci nei panni del diverso. La prossimità rivela un gioco di sguardi: come si fa a guardare il prossimo o a non guardarlo. Da qui parto con una serie di racconti e narrazioni.

Ti ispiri a delle fonti ?

C’è Carver, Vittorini, ci sono ricordi d’infanzia, una fiaba africana. Tutto gira intorno al tema del prossimo che sta lì mentre noi non lo vediamo. Poi c’è un libro bellissimo che mi ha ispirato molto: “La morte del prossimo” di Zoja, uscito da Einaudi due anni fa.

C’è una struttura fissa nella narrazione o lasci spazio all’improvvisazione?

E’ come una chiacchierata tra amici. Alcuni nodi sono fissi, poi lo spettacolo può variare. Di solito chiedo agli organizzatori quanto deve durare, perché la durata può essere variabile. Come una fisarmonica (ride e rido anch’io, il teatro è sempre il contrario della scontatezza, viene da pensare): dipende da come la si suona.

Il tuo stile, definito narratività, è nato parecchi anni fa nell’ambito di un lavoro a Genova con ragazzi disadattati. Come si è evoluto da allora ?

La nascita è stata con Kohlhaas, una struttura ferrea di racconto. Non ho più fatto lavori così, è stato l’inizio del teatro di narrazione ed è giusto che rimanga un unicum. Con “Tracce” sono passato al pensare affabulando che produce pensiero e non solo emotività, come in Kohlhaas. Ho continuato ad usare la narrazione anche in regie complesse con più attori. Anche se le storie, in questo caso, non avvengono in forma di racconto, è un metodo per aggirare e catturare l’essenza di un tema spettacolare. Ultimamente ho fatto “Trincea” sulla prima guerra mondiale, dove la narrazione si spezza. L’idea è che non si può raccontare l’indicibile, sono frammenti narrativi serrati, dove la corporeità prevale quasi sulla parola. Il senso del mio lavoro sta nell’oralità: un mondo a sé rispetto alla scrittura che passa anche attraverso un corpo che non parla. La dimensione orale è antica e scritta antropologicamente dentro di noi ed è questa la mia ricerca.

Ama il prossimo tuo” è parte quindi della ricerca sull’oralità che sollecita il pensiero. Tutto ciò suscita dei quesiti?

Lo spettacolo termina proprio con una domanda che non ha risposta. Ci sono parecchi quesiti perché i temi sono sempre conflittuali. Lo scopo del teatro non è fare una lezione pedagogica o di buon senso, ma comprendere perché nell’animo umano c’è tanto abisso e tanta gioia. Già Shakespeare diceva che la natura umana è complicata.

Le “Sfide della Fede” è un cartellone di spettacoli teatrali e musicali sulla tematica delle sfide della Fede e della cultura nel nostro tempo, promosso dall’Istituto Oblati di San Giuseppe e dal Progetto Culturale della Diocesi di Asti, con la direzione del Teatro degli Acerbi.

La partecipazione a “Ama il prossimo tuo” è gratuita.

Per info: cell. 3392532921 – info@teatrodegliacerbi.it – www.teatrodegliacerbi.it

Nicoletta Cavanna

 

 

 

 

 

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