Autore Redazione
sabato
9 Aprile 2016
22:50
Condividi
Eventi

A teatro l’anima di una città. Recensione di “Impero di polvere” ai Crepuscoli

A teatro l’anima di una città. Recensione di “Impero di polvere” ai Crepuscoli

CASALE MONFERRATO – Un documentario dell’Istituto Luce sulla meritoria produzione dei manufatti di amianto, frutto del genio italico, celebrato dalla tronfia retorica fascista, ha aperto “Impero di polvere”, di Nuovo Palcoscenico, spettacolo fuori concorso che conclude il Festival Teatrale I Crepuscoli all’Auditorium Santa Chiara a Casale.  

Molto si è detto dell’Eternit, ma le immagini possono più di ogni parola e la regia di Giuseppe Costantino punta alla connessione tra la ricostruzione del processo, attraverso immagini proiettate, e la ricreazione delle condizioni lavorative, delle lotte sindacali e della consapevolezza, giunta troppo tardi, delle conseguenze sulla salute.

Sulla scena si accumulano pezzetti di carta, strappati man mano e ridotti a brandelli, come fibre di amianto, ma anche come documenti distrutti e celati per nascondere ciò che i vertici dell’Eternit ben sapevano da sempre. Nel contesto desolato di bidoni, scale, catene e polvere bianca si aprono, svelati da sipari di nylon, episodi di complotto,di spionaggio industriale, un mondo di interessi che sacrifica al denaro un’intera città. Agghiacciante il monologo di Stephan Schnidheiny (proprietario dell’Eternit),  tratto dagli atti del convegno degli industriali nel  giugno del ’76 a Neuss, nel rivelare la certezza delle conseguenze cancerogene dell’amianto e nel non farsi alcuno scrupolo della vita altrui.

Il passare dal processo, alla vita in fabbrica e alle losche manovre, atte a nascondere un crimine inaudito, crea una tensione continua e uno sconcerto che non si dissipano nel finale, purtroppo segnato dalla sconfitta della prescrizione della condanna stabilita dalla Cassazione.  “…Diritto e giustizia vanno da parti opposte”: questo recita la sentenza finale e l’ultimo grado di giudizio è insindacabile, benché sia “…mancata la capacità di affermare un diritto che non oltraggia la giustizia”, come commentato da Zagrebelsky.

Uno spettacolo preciso, documentato e giocato su più registri, con una tecnica di contaminazione tra immagini e rappresentazione scenica, in un passaggio temporale tra ieri e oggi che riporta al presente, che ancora soffre di tanta scelleratezza.  Lo sconcerto iniziale, introdotto dal ricordo infantile sognante di un padre circondato da polvere iridescente (questo l’incipit shock della bravissima Chiara Angelini), introduce ad una realtà che supera l’immaginazione.

In scena Chiara Angelini , Carlo Balbo, Marco Brotto, Giuseppe Costantino, Robert Fuscà, Ottavio Pavese, Monica Rovere, Giuseppe Sabatti, Rita Tancini. 

Sabato 16 aprile alle 18, all’Auditorium Santa Chiara a Casale, si terranno le premiazioni, aperte al pubblico,  del Festival Teatrale i Crepuscoli che, da novembre,  ha annoverato nove compagnie provenienti da tutta Italia.

Nicoletta Cavanna

 

Condividi