6 Maggio 2016
23:36
Da un parco alle stelle con Shakespeare. Recensione di “Amore non è amore”
ALESSANDRIA – Le apparenze e i moti dell’animo alla luce di incontri e di versi che rappresentano il sentire universale.
“Amore non è amore” , commedia di Paolo Scepi con la regia di Angelo Repetto (anche nel cast in un cameo) , è stato presentato per la prima volta venerdì 5 maggio alla Sala Ferrero del Teatro Comunale ed ha registrato il tutto esaurito, per un successo confermato da applausi lunghissimi.
Sulla scena una panchina, un lampione, il rifugio di un senzatetto e un bidone. L’arredo urbano è quello di un parco cittadino dove i protagonisti sembrano qualcosa ma si rivelano altro, grazie a parole dette al momento giusto da qualcuno incontrato in modo fortuito, ma fatale. Il registro comico è una trama che contiene fili di citazioni e flash emotivi che passano leggeri per poi tornare e chiudere un cerchio narrativo.
Il titolo è quello del più famoso sonetto di Shakespeare, ed è l’amore assoluto dei suoi versi che attraversa sorprendentemente le vite di personaggi ai margini della società, come un clochard (Paolo Scepi, comico e lirico) e uno sfortunatissimo ladro apparentemente brutale (Maurizio Pellegrino, non solito a ruoli comici e qui irresistibile). Il primo è il perno emblematico su cui ruota la vicenda. Sin dal suo dialogo iniziale (palese la citazione dal drammaturgo Tom Stoppard) con un amico-mentore spirituale (Fulvio Ferrari) , prende corpo una personalità complessa e intrigante. Sempre l’amore abita l’anima gentile di Emma, una Sara Siri esilarante nelle espressioni e negli atteggiamenti di ironica rassegnazione alla pochezza del fidanzato (Giuseppe Ruggiero). L’amore è anche la sua mancanza, ovvero il lutto e la perdita impersonati da Francesca Mantelli.
Shakespeare e Venere, la prima stella del mattino, sono il trait d’union che eleva al di sopra della panchina, del bidone e dell’immondizia e i dialoghi divertenti, le scene paradossali che muovono al riso, svelano altro.
Il finale è un ritorno e un’illuminazione, una bellezza che guida tutti i protagonisti in un percorso alla vita, come la musica di Starman di David Bowie lascia intendere.
Un testo che diverte tanto e dipinge nel profondo personalità non scontate, esaltato da un taglio registico che tutto collega e anima in una continuità che coinvolge in ogni istante.
Ottima l’interpretazione di tutti i protagonisti e commossa la dedica, a fine spettacolo, al compianto Enzo Buarné, regista e attore del Teatro del Rimbombo recentemente scomparso.
La prima di “Amore non è Amore” non poteva avere più successo.
Nicoletta Cavanna