Autore Redazione
mercoledì
29 Giugno 2016
04:55
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Eventi - Piemonte

“La locandiera” con Silvia Gallerano in prima nazionale e la poesia di César Brie ad Asti Teatro 38

“La locandiera” con Silvia Gallerano in prima nazionale e la poesia di César Brie ad Asti Teatro 38

ASTI – Silvia Gallerano, l’attrice italiana più premiata a livello internazionale degli ultimi anni è Mirandolina, ne “La locandiera”, in prima nazionale nell’ambito del Festival Asti teatro 38, al Teatro Giraudi, mercoledì 29 giugno alle ore 20 e , in replica, alle 19 di giovedì 30 giugno.

Il capolavoro di Goldoni è proposto, dal Teatro del Loto,  in un’ edizione da riso amaro, con la regia di Stefano Sabelli  che traghetta la vicenda da Firenze al Delta del Po, in un’atmosfera acquitrinosa anni ’50, fra conti, marchesi e cavalieri che diventano spiantati melomani, misantropi gagà e misogini di fiume dediti al gioco.

Nei panni di Ripafratta, Claudio Botosso, attore piemontese, fra i volti più noti del Cinema italiano d’autore. Il cast è completato dal talento dei giovani attori molisani cresciuti nella Compagnia del Loto, già distintisi, tra palco e schermo, in molte importanti produzioni.

Piero Ricci, musicista di fama internazionale, completa con la sua fisarmonica questa produzione, dove convivono passator cortesi e bracconieri dediti a facili contrabbandi, attratti dal liscio intonato, senza tempo e ritmo, da “lucciole” di varietà, in cerca di clienti di frontiera, in attesa che la giostra giri e il nuovo mondo arrivi.

In seconda serata, sempre mercoledì 29, al Diavolo Rosso, alle ore 22, per “Il nuovo che avanza”, “In fondo agli occhi”, della Compagnia Berardi Casolari, per la regia di César Brie,  uno spettacolo di nuova drammaturgia che affronta le tematiche della crisi e della malattia da questa prodotta e derivata.

L’autobiografico e l’universale vanno di pari passo: quando mi parli precisamente di te, mi parli del tuo paese, quando mi parli del tuo paese mi parli esattamente di te”, dice César Brie. L’indagine parte e si sviluppa da due differenti punti di vista: uno reale, in cui la cecità, malattia fisica, diventa filtro speciale attraverso cui analizzare il contemporaneo, e l’altro metaforico, in cui la cecità è la condizione di un intero Paese rabbioso e smarrito che brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita.

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