29 Giugno 2016
03:00
Con “espressioni di stile” la cronaca valenzana si trasforma in gioco letterario
VALENZA – Trasformare la letteratura in gioco per raccontare in modo divertente i fatti di cronaca. È questa la curiosa iniziativa proposta dalla Biblioteca Civica di Valenza e rivolta ai cittadini, i lettori e gli appassionati di scrittura.
Sarà, infatti, una notizia di un fatto di cronaca realmente accaduto all’inizio del 2016 nella città orafa, il tema principale su cui saranno incentrati i testi che parteciperanno al concorso letterario valenzano. Una notizia a partire dalla quale i partecipanti potranno cimentarsi in innumerevoli variazioni: parodie di generi letterari (l’ode, la commedia, il sonetto, ecc.) o di scrittori famosi, comportamenti linguistici quotidiani (discorso volgare, ingiurioso, ecc.), figure retoriche (metafora, iperbole, ecc.) e così via.
I testi, che non dovranno superare i 1.500 caratteri (spazi inclusi), potranno essere inviati entro il 23 luglio 2016 via posta elettronica (biblioteca@comune.valenza.al.it), via fax (0131-946082), oppure spediti alla Biblioteca Civica, piazza XXXI Martiri n. 1, 15048 Valenza (AL).
Le migliori variazioni verranno pubblicate su “Il Piccolo”, sul profilo Facebook degli Amici della Biblioteca, letti su Radio Gold e diventeranno infine oggetto di uno spettacolo teatrale curato dal Gruppo di Lettura “Amori in corso”.
Come esempio, oltre alla notazione iniziale, riportiamo una versione “ampollosa” di Paride Fusaro.
Notazione
A Valenza, in primavera. Un tipo di una trentina d’anni arrivato da Colonia, in Germania, trascorre giorni e giorni dormendo sulle panchine. La gente è generosa, lo aiuta ma lo guarda con sospetto. Il tizio in questione è confuso, ha perso la memoria. Tono preoccupato, poche speranze. Lo aiuta un pizzaiolo nato 45 anni fa in Albania, in divisa da chef stellato, occhi neri, volto paffuto. Il pizzaiolo vince la diffidenza dell’altro individuo. Contatta la famiglia del tedesco. Madre e fratello raggiungono Valenza. Sono lacrime e abbracci.
Ampolloso
Sul colle antistante il fiume, il più grande, un giovine teutonico dell’urbe di Colonia passò diverso tempo sul pubblico passaggio, dormendo e rifocillando il corpo suo di quando in quando. Vedutolo le genti, cotanto magro e in pena, decisero sost’erlo con cibo, acqua e amor. Lo guardavan però tutti con un certo sospetto, nessuno si convinse che fosse tutto retto. Non si sbagliaron molto, gli acuti valenzani, da qualche tempo il crucco perdette memoria e cari. Fu dunque quasi nullo l’autoctono supporto. Arrivò però d’un tratto un uomo d’altre terre, dove han due teste le aquile e volan su rosse erbe; quell’uomo sui quaranta, che di mestiere impasta, si è fatto tutto orecchi per ascoltar lagnanza. Ascolta oggi e ieri ascolta anche dimani il creator d’impasti contatta dello smarrito i cari. Giunti in Forum Fulvii, in men che non si dica, mater et frateramissus l’abbracian senza fatica; bevendo nettar divino, mangiando impasti buoni tra abbracci, baci e lacrimoni. (Paride Fusaro).