Autore Redazione
sabato
3 Settembre 2016
22:57
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Eventi - Alessandria

La sottile linea tra felicità e tragedia. Recensione di “Leggende d’amore. Tra il bene e il male” alla Chiesa San Francesco

La sottile linea tra felicità e tragedia. Recensione di “Leggende d’amore. Tra il bene e il male” alla Chiesa San Francesco

ALESSANDRIA – Tra il bene e il male ci sono l’amore e la tragedia, un attimo che rimane impresso, mentre tutto il resto sfuma.

Proprio questo attimo è l’anima di “Leggende d’amore. Tra il bene e il male”, spettacolo degli Stregatti e dei loro allievi, insieme alla compagnia Giorni Alterni, presentato sabato 3 settembre nella chiesa San Francesco nel complesso dell’ex ospedale militare.

Quelle che appaiono sono entità impalpabili, fantasmi di fanciulle, le cui storie appartengono a leggende del Piemonte, che hanno amato e sono morte di morte violenta. Ogni storia appartiene ad un luogo, muri di castelli o acque di laghi, e ogni morte lo ricorda. Così la dama del lago deve la fine della vita e dell’amore all’acqua, una nobildonna e le sue damigelle danzano e rivivono una battaglia che irrompe durante un ballo nel castello di Avigliana e la regina Ypa del lago di Candia annega il suo popolo e l’unico suo amore.  

Il taglio registico di Giusy Barone evita il racconto: delle storie è presentata solo una sfaccettatura, l’aspetto più traumatico, impresso nella memoria di chi rivive un unico attimo eterno. I tratti salienti dell’impostazione sono la sapiente ambientazione in uno spazio affascinante e ben sfruttato e l’organizzazione perfetta degli spostamenti. L’effetto è un panico voluto, gli spettatori sono condotti negli spazi della chiesa in un’apparente confusione, in realtà del tutto concertata, e vivono attimi di comunione con creature che sono state, ancora ritornano e si rammaricano di poco ricordare.

Lo spettacolo è corale, coinvolgente e di notevole fascino. La chiesa San Francesco diventa un luogo da scoprire al buio, nella nebbia, al suono di un flauto, guidati da mille voci che destabilizzano e, in realtà, conducono.

Notevole la capacità dei protagonisti di coinvolgere e indirizzare con perfetta naturalezza un pubblico molto numeroso, mantenendo comunque una dimensione intima, come lo spettacolo necessita.

L’attimo eterno tra bene e male è una linea sottile e cruenta, è una violenza ed è ciò che rimane di tutte le esistenze femminili rievocate.

Nicoletta Cavanna

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