Autore Redazione
venerdì
4 Novembre 2016
23:29
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Eventi - Alessandria

L’arma liberatoria dell’autoironia. Recensione di “Nuda e cruda” al San Francesco

L’arma liberatoria dell’autoironia. Recensione di “Nuda e cruda” al San Francesco

ALESSANDRIA – “Ardita e melanconica, Pasquina feroce e malandrina. Testimone, se voglio, d’arte o di sconcezze”.

Venerdì 4 novembre “Nuda e cruda” di e con Anna Mazzamauro è stato il primo spettacolo al teatro San Francesco, tutto esaurito per l’occasione, della stagione SIPARIO e MARTE, con la direzione artistica degli Stregatti.

“Nuda e cruda “ è un recital che spazia tra momenti di comicità, episodi ironicamente autobiografici, pezzi di vita professionale tra cinema e teatro e monologhi di grande spessore e impatto emotivo. I tanti argomenti si specchiano in una serie di abiti appesi, che suggeriscono un camerino e una vita passata a contemperare personalità individuale e mondo dello spettacolo.

Il trait d’union è l’atipicità che si eleva dalla dicotomia bellezza e suo contrario, per sdoganare racconti legati al lavoro, alle sfumature dell’innamoramento e al tema del tempo che passa. Se essere bella dentro è una fatica immane, lo svanire della gioventù è sicuramente meno ansiogeno per chi non si vede costretto a mantenere per forza uno standard di bellezza insostenibile e questo è un punto di vista che mette il buonumore.

Il ritmo è scandito dalle battute e Anna Mazzamauro sembra inarrestabile nel passaggio da un argomento e da un personaggio all’altro, mentre il pubblico applaude quasi in continuazione.

Tre i momenti di grande intensità dello spettacolo, che si staccano dal racconto comico e fanno emergere la capacità drammatica della protagonista. E’ in questi contesti che vengono trattati temi come la violenza, il dolore di una madre che sopravvive all’omicidio della figlia (dedicato alla madre di Melania Rea), la disperazione di una donna abbandonata (il famoso pezzo della telefonata di Anna Magnani, recitata di spalle al pubblico). Il registro è altamente drammatico e la voce di Anna Mazzamauro, tanto squillante e sopra le righe quando interpreta la signorina Silvani, pare provenire dagli inferi e contenere ogni dolore.

E allora si capisce perché arte, sconcezze, malinconia, ferocia e ardimento possano coesistere in “Nuda e Cruda”, insieme a canzoni (in parte originali di Amedeo Minghi) interpretate con grande personalità, sempre con l’accompagnamento della tastiera, della chitarra e talvolta anche della voce di Sasà Calabrese.

Uno spettacolo dai tanti registri e dall’autoironia che genera punti di vista irriverenti e destabilizzanti, interpretato da una grande signora del teatro. Sicuramente un grande successo al Teatro San Francesco.

Nicoletta Cavanna

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