Autore Redazione
mercoledì
21 Dicembre 2016
10:01
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Eventi - Casale Monferrato

Verità, menzogna e demoni. Recensione de “Il Misantropo” al Municipale di Casale

Verità, menzogna e demoni. Recensione de “Il Misantropo” al Municipale di Casale

CASALE MONFERRATO – Un testo dalla trama scarna, quasi privo di intrigo, ma animato da grande contrapposizioni ideologiche e da uno scavo interiore, in cui Molière traspose una riflessione autobiografica.

Martedì 20 dicembre, al Teatro Municipale di Casale Monferrato, il Centro di produzione Teatrale Elsinor ha presentato il Misantropo, che sarà in scena anche mercoledì 21.

Il testo si differenzia dalle commedie puramente irridenti di Molière. E’ una tragicommedia incentrata su Alceste, uomo intransigente e retto, che nega ogni compromesso e ogni sfumatura, opponendosi all’arte del saper vivere dell’amico Philinte. La sua integrità si scontra con l’innamoramento per la fatua Célimène e la scelta, una volta scoperta senza via di inganno l’infedeltà dell’amata, sarà per una solitudine dignitosa e irrevocabile.

Monica Conti, anche in scena al pianoforte, attua una regia essenziale nelle espressioni emotive e ricca dal punto di vista plastico e corale. Roberto Trifirò è un Alceste logico e limpido. Il tormento amoroso c’è, ma non oscura la sua mente e in lui non ci sono ostentazioni, tutto riconduce ad una linea di pensiero rigida e chiara. Così sono lucidi i dialoghi con Philinte (Mauro Malinverno) e così risultano ferocemente sinceri i suoi commenti sulla composizione poetica di Oronte (un ottimo Nicola Stravalaci nelle vesti di uno spumeggiante gagà).

Alle spalle dei protagonisti un’impalcatura da cantiere, una sorta di retropalco schermato da un velo, sopra e sotto il quale si muovono figure che danzano, forse demoni o spettri che riflettono le tante ambivalenze degli animi. Nel complesso della macchina-spettacolo rientrano la corporeità di questi momenti e la coralità della diceria e del pettegolezzo. Al centro della doppiezza,  Célimène, la brava Flaminia Cuzzoli, provocante e sfuggente con le parole e in ogni suo gesto. La scena della lettera che Alceste le mostra come prova di tradimento è giocata in un contesto tragicamente festaiolo, tra personaggi mascherati e infidi, dove la parola si mescola con la danza ferina. La conclusione, con il disvelamento della sua totale insincerità, avrà luogo in un luogo indefinito che pare una periferia metropolitana, forse una stazione, a giudicarsi dal rumore del treno. I protagonisti, abbigliati con degli impermeabili, come viaggiatori tra loro uniformati,  rigetteranno la loro riprovazione verso la protagonista. Solo Alceste, sempre fuori dal coro, le offrirà, ancora una volta rifiutato, una vita solitaria con lui, prima di separarsi definitivamente dal mondo.

In un allestimento senza orpelli, Il piano dialettico e quello corporeo si riflettono, talvolta si contrappongono, rivelando la mancanza di veridicità delle parole. Sempre puntuali i  gesti nelle punte di violenza o nelle movenze predatrici, a dimostrare un significato e il suo contrario. Su tutto, rimangono impresse immagini-specchio di demoni mentali, come apparizioni fugaci dell’inesprimibile.

Una bella prova attoriale per tutti i protagonisti ( in scena con i già citati, anche Stefano Braschi, Giuditta Mingucci,  Stefania Medri, Antonio Giuseppe Peligra) e un bel Misantropo, rispettoso e al contempo moderno e convincente.

In scena anche mercoledì 21 dicembre, sempre al Teatro Municipale di Casale alle ore 21.  Per info 0142 – 444.314

Costo dei biglietti: Platea € 20,00 – Palchi centrali € 18,00 – Palchi laterali € 16,00 – Under30 e Loggione € 9,00 – Under18 € 5,00

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