28 Dicembre 2016
05:00
Da Alessandria a Casale si torna a celebrare la “Chanukkah”
ALESSANDRIA – Una festa gioiosa per rivivere un momento di altissimo livello culturale e spirituale attraverso la celebrazione di una dei più importanti riti religiosi dell’ebraismo. Si tratta della “Chanukkah”, ossia la Festa delle luci, la seconda festività ebraica più importante dopo il dono della Torah, che mercoledì 28 dicembre alle 17, tornerà a illuminare la Sinagoga di Alessandria, in via Milano 7 e, sempre alle 17, anche il cortile delle Api della Comunità ebraica di vicolo Olper a Casale Monferrato.
L’appuntamento alessandrino sarà un rito conviviale che servirà per avvicinare la comunità alessandrina a questa cerimonia spiegando la sua profondità mistica e anche per valorizzare questo meraviglioso Tempio presente nel cuore della città, cercando di riavvicinare il territorio a tutte le tradizioni che lo hanno fatto diventare quello che è oggi. L’evento vedrà la partecipazione del Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Torino, Rav Ariel Di Porto e sarà particolarmente importante al preludio dell’inaugurazione vera e propria della Sinagoga dopo anni di importanti interventi di restauri. Non mancherà inoltre la Delegata della Comunità Ebraica per Alessandria, Dott.ssa Paola Vitale.
A Casale, invece, l’Accensione dei Lumi di Channukkah, sarà non solo una celebrazione per ricordare la riconsacrazione del tempio di Gerusalemme ma anche un’occasione per ammirare 14 nuove lampade di artisti italiani e stranieri.
Per chi non lo sapesse, la festa ebraica delle luci nasce per rendere omaggio all’altare del tempio di Gerusalemme e affonda le sue origini a circa 2300 anni fa, quando il re Antioco di Giudea ordinò agli ebrei di rinunciare al proprio dio e ai propri usi e costumi. La festività assume il significato di dedizione e quest’anno cade il 25 dicembre ma i festeggiamenti proseguono per un totale di otto giorni, onorando di fatto la vittoria del popolo ebraico e il miracolo dell’olio. Proprio quest’ultimo fa infatti riferimento alla consacrazione del tempio, quando l’olio delle lanterne rimase acceso senza estinguersi per volere di Dio.