16 Marzo 2017
08:00
SET continua con “Diavolo rosso”, il mito di Giovanni Gerbi raccontato da Giorgio Boccassi
ALESSANDRIA – “Diavolo rosso” è il soprannome del campione di ciclismo Giovanni Gerbi, un fuoriclasse di inizio secolo che anticipò le tecniche del ciclismo professionistico. A lui è dedicato lo spettacolo omonimo della Coltelleria Einstein, di e con Giorgio Boccassi e con la regia di Donata Boggio Sola, in scena giovedì 16 marzo, alle 21, alla Sala Ferrero del Teatro Comunale. Prosegue così SET, il Festival Sport&Teatro alla sua prima edizione, inserito nel cartellone SIPARIO, con la direzione artistica degli Stregatti, che ha fatto dello sport il tema centrale di ben cinque spettacoli nell’arco della stessa settimana.
Giorgio Boccassi è pronipote da parte di madre di Giovanni Gerbi e da bambino lo ha conosciuto. Racconta che da molti anni voleva dedicargli qualcosa, ma lo spunto gli venne da una serata che lui e Donata Boggio Sola trascorsero con Giorgio Conte (fratello di Paolo), Bruno Gambarotta e Luciano Nattino (fondatore di Magopovero con Antonio Catalano, poi Casa degli Alfieri di Asti). “furono loro a dirmi un po’ scherzando di fare questo spettacolo. Sono poi stato stimolato dal gruppo di Castellania (promotore de “la Mitica”, la seguita ciclostorica) ….E’ anche un omaggio a Luciano Nattino con il quale abbiamo fatto parecchie cose, ancora qualche anno fa un festival dedicato al Tanaro. C’è poi il fatto che Gerbi è stato un grande campione , ma le sue avventure sono mirabolanti, è un grande materiale per una narrazione”.
Il Diavolo rosso è stato un precursore del ciclismo professionistico con le sue intuizioni sull’abbigliamento aerodinamico, con i sopralluoghi prima delle corse, con l’utilizzo del massaggio prima e dopo le gare, ma è stato anche un personaggio mitico per il suo carattere stravagante e indomito. Giorgio Boccassi, da sempre appassionato anche di fumetti, oltre che lui stesso ciclista, nello spettacolo lo definisce un supereroe, innalzandolo immediatamente al rango di coloro che hanno poteri ultranormali, come appariva a chi lo vedeva correre. Gerbi era anche un uomo del suo tempo, un momento storico di grandi innovazioni e di grande fermento in tutti i campi. I fatti rievocati sono precisi e frutto di approfondimento, per questo l’autore si è anche confrontato sui particolari sportivi con Claudio Gregori, noto giornalista della Gazzetta dello sport, che ha scritto importanti libri sull’argomento, e ha parlato con i diretti parenti di Gerbi.
“Era l’inizio di tante cose, c’era uno spazio per fare e per inventare, che ora è solo legato ad internet e all’informatica”, spiega l’autore, “Era l’epoca dello sviluppo industriale, del telefono, della psicanalisi e il fatto della contestualizzazione mi è sembrato importante, è derivato anche dai testi che ho letto che mettevano tutti i fatti in parallelo. Per il ciclismo erano già organizzate le gare, che erano di velocipedi (ride raccontando che a Milano le autorità le proibirono perché facevano dei rotti, ovvero dei disastri), ma erano già nate le automobili e la bicicletta rischiava di morire. Non è successo grazie ai grandi campioni come Gerbi”.
Il mito del Diavolo rosso continua, è immortalato nella bella canzone di Paolo Conte, ci sono circoli a lui dedicati a Roma, a Milano e persino in Argentina, dove si era recato. “Ho dovuto limitare il mio egocentrismo e parlare io supereroe di un altro supereroe, ma parlo anche di mie cose, delle mie gare di atletica e della mia esperienza da calciatore”, ride Boccassi, mentre suggerisce anche una vena ironico-autobiografica dello spettacolo.
Ingresso € 5 – Info e Prenotazioni 331 4019616