24 Marzo 2017
08:00
“Vaudeville” di Nuovo Palcoscenico termina la Rassegna I Crepuscoli con la belle époque di Feydeau
CASALE MONFERRATO – E’ un omaggio alla belle époque “Vaudeville”, il nuovo spettacolo della compagnia Nuovo Palcoscenico , che chiude, sabato 25 marzo alle 21, la fortunata rassegna I Crepuscoli all’Auditorium Santa Chiara, i cui posti sono andati esauriti già ad inizio stagione con gli abbonamenti.
Nuovo Palcoscenico ha scelto due celebri atti unici di Feydeau, protagonista della belle époque parigina e considerato ad oggi uno dei maggiori commediografi francesi: “A me gli occhi!” e “La povera mamma”. Nel primo, il domestico di una ricca famiglia usa l’ipnosi per sottomettere i suoi padroni; nel secondo un equivoco circa un lutto si inserisce nel litigio e nelle scenate di gelosia di una coppia di coniugi.
Il trait d’union tra i due momenti è la proiezione di frammenti di film di George Méliès, inventore con i fratelli Lumière del cinematografo. Proprio il cinema è una delle tante innovazioni del periodo compreso tra il 1871 e il 1914, che vide progressi della tecnica e della scienza senza paragoni con il passato. L’illuminazione elettrica, la radio, l’automobile, la pastorizzazione, il vaccino per la tubercolosi e altre comodità, tutte contribuirono ad un miglioramento delle condizioni di vita e al diffondersi di un senso di ottimismo.
“Ci rifacciamo ad un momento storico che segna un periodo di grande ottimismo”, spiega il regista Guseppe Costantino, “ Il vaudeville in teatro è la forma più rappresentativa di ciò. C’è una satira nei confronti della società borghese , ma è tutto visto alla luce di una comicità che risale a Molière, perché fondamentalmente gli equivoci, i giochi di ruolo e il rapporto tra servo e patrone sono gli stessi della commedia classica che Feydeau rivede alla luce di questo contesto storico particolare”. L’apoteosi del teatro di vaudeville, con il massimo esponente proprio in Feydeau, si accosta ad uno stile di vita dorato, stigmatizzato nella musica dei valzer di Strauss, nel ballo sfrenato del can can e nelle immagini dei manifesti di Toulouse-Lautrec. Gli atti unici scelti riassumono lo stile e la comicità del loro autore, fondata sull’intreccio, sulle battute e sul ritmo incalzante. E’ una comicità basata sull’imprevisto, ma ha anche un carattere sociale perché descrive la vita e gli scopi superficiali e velleitari dell’ambiente borghese in cui si svolge.
La scelta registica ha privilegiato una fusione di elementi dell’epoca, tra cui canzoni del periodo e costumi raffinati che richiamano i ritratti à la mode di Boldini, nel contesto di una scenografia astratta. “Per i costumi siamo stati piuttosto aderenti all’epoca, mentre abbiamo voluto fare una scenografia non realistica, una soluzione particolare e plastica, orientata sui colori della bandiera francese. In generale ci siamo mantenuti sul divertente”.
In scena Chiara Angelini, Carlo Balbo, Giuseppe Costantino, Ginevra Costantino, Luca Gullo, Monica Rovere.