18 Gennaio 2018
16:53
Un altro passo avanti per il progetto Dtt a Casale
PIEMONTE – La seduta congiunta della terza e quinta commissione regionale, a maggioranza, ha dato il via libera alla “Partecipazione della Regione Piemonte all’avviso pubblico di Enea per una selezione finalizzata alla scelta di un sito per l’insediamento dell’esperimento Dtt (Divertor tokamak test) relativo alla fusione nucleare“. Il passaggio consentirà ora l’eventuale approvazione del provvedimento da parte dell’Assemblea legislativa entro il 31 gennaio, data di scadenza della presentazione delle candidature secondo il bando dell’Enea. Il percorso riguarda la città di Casale Monferrato, individuata come sito per il progetto che prevede una prima fase di costruzione dell’apparato Dtt, lunga 10 anni, e poi un esercizio trentennale, che dovrebbe comportare un investimento complessivo stimato in 500 milioni di euro, con 1600 (di cui 600 ricercatori) nuovi posti di lavoro e un ritorno complessivo di 2 miliardi di euro.
L’accordo, come spiegato dall’assessore alla Ricerca, Giuseppina Desantis, si tratta di un percorso di “ampio respiro internazionale in base all’accordo siglato con il consorzio Eurofusion che coordina le ricerche europee sulla fusione per conto della Commissione europea”. La Regione Piemonte investirà 25 milioni di euro “che potranno essere coperti anche grazie alla concorrenza di alcuni dei soggetti tra quelli coinvolti nella candidatura e partecipanti al tavolo di lavoro organizzato presso gli uffici regionali: Politecnico, Università degli Studi di Torino e Università degli Studi del Piemonte Orientale, Unione Industriale di Torino, Confindustria Piemonte, Compagnia di San Paolo, Città di Casale Monferrato”. Alla Regione spetterà il compito anche di fornire il terreno con le dovute infrastrutture.”
Come riferito dall’assessore regionale ai consiglieri saranno tre o quattro le Regioni che potrebbero avanzare le candidature per ospitare il progetto e che procedure e tempistiche saranno stabilite da Enea. Sul fronte politico il Movimento 5 stelle, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno contestato il ritardo nel coinvolgimento del consiglio regionale nonostante l’ipotesi di candidatura del Piemonte risalga a un anno fa. I pentastellati in particolare hanno richiamato l’esempio della gran Bretagna dove, all’inizio degli anni novanta, venne realizzato un sito simile con due anni di confronti e dibattiti pubblici che coinvolsero la cittadinanza. Su questo fronte l’assessore regionale ha replicato spiegando come le tempistiche siano state dettate a livello centrale. Il M5s ha comunque invitato a valutare fin da ora i costi del legati alla futura chiusura del sito, pur ritenendo l’esperimento necessario per il lo sviluppo tecnologico e il futuro sfruttamento commerciale: “un’opportunità enorme per il nostro mondo accademico“. Un aspetto quest’ultimo confermato anche dalla Regione.
Fratelli d’Italia ha invece rilevato “la mancanza di una delibera da parte del Consiglio comunale di Casale Monferrato” mentre Forza Italia ha invitato a tenere conto delle eventuali “barricate da parte del mondo ambientalista agganciata, però, in gran parte dalla controparte che si trova ad amministrare in quel momento“. Gli uffici della Giunta in merito alle questioni ambientali hanno comunque rilevato che l’impatto non sarà “particolarmente preoccupante“ e stesso discorso varrà per lo smaltimento delle scorie radioattive.
Soddisfatta la maggioranza che ha appoggiato il lavoro dell’esecutivo rimarcando la possibilità di “riportare il Piemonte sulla frontiera della ricerca più avanzata e che porterebbe sviluppo alla regione e alla nazione”. Più prudente Articolo 1, che ha sottolineato l’estrema complessità della questione, rilevando le conseguenti difficoltà di metodo.