Autore Redazione
venerdì
9 Febbraio 2018
05:59
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Politica - Alessandria

Agricoltura e Immigrazione: la Regione dice sì alle proposte Cgil

Nell'ambito del convegno "Coltivare il buon lavoro" il sindacato ha ipotizzato delle liste di collocamento pubblico e un certificato etico per le imprese con braccianti stranieri assunti regolarmente.
Agricoltura e Immigrazione: la Regione dice sì alle proposte Cgil

PROVINCIA – “Senza accoglienza non c’è sicurezza.” Una frase emblematica pronunciata dal segretario regionale Cgil Piemonte Claudio Stacchini nell’ambito del convegno “Coltivare il buon lavoro“, organizzato alla Camera del Lavoro di Alessandria. Presenti anche i due assessori regionali al Lavoro e all’Agricoltura Monica Cerutti e Giorgio Ferrero. Proprio gli esponenti di Palazzo Lascaris hanno accolto positivamente le proposte del sindacato: liste di collocamento pubblico per azzerare l’azione illegale dei cosiddetti caporalati e un certificato etico per le imprese che assumono migranti secondo la legge e infine maggiori fondi per l’accoglienza di questi lavoratori stranieri in luoghi attrezzati.

“Gli stranieri in agricoltura rappresentano la larga maggioranza degli avviamenti al lavoro” ha sottolineato Claudio Stacchini “in Piemonte nel 2017 ben 30 mila lavoratori stranieri hanno fatto parte del mercato del lavoro agricolo. La provincia di Alessandria si trova al terzo posto, dopo Cuneo e Asti, col 52.6% di assunti stranieri.”

Nel nostro territorio, in particolare, Alessandria e le Valli Borbera e Curone sono caratterizzate dalla presenza di ragazzi indiani, pakistani e nordafricani impiegati nell’allevamento del bestiame. Il tortonese, invece, vede soprattutto i rumeni, bulgari e africani nel settore della raccolta prodotti ortofrutticoli. Macedoni, rumeni, bulgari e centro americani lavorano nel settore vitivinicolo a Gavi, Ovada e Acqui.

“Ma spesso l’accoglienza dei lavoratori non viene presa in carico dalle aziende per le quali lavorano. Molti di questi ragazzi sono costretti a vivere in condizioni non dignitose: in casolari fatiscenti, accampati vicino ai fiumi, a Saluzzo dormono sui materassi per terra per 6/8 mesi, una situazione diventata inaccettabile” ha aggiunto il segretario Stacchini “C’è una vasta area di lavoratori, il 30% in Italia, che non ha alcun contratto, ragazzi che vengono pagati 2 o 3 euro all’ora, quando va bene, o magari hanno un contratto ma che fanno gli straordinari in nero. Spesso questi braccianti che vivono in condizioni fatiscenti si affidano al malavitoso di turno che guadagna sul loro lavoro e sull’azienda. E poi queste aziende stanno facendo concorrenza sleale a chi assume i braccianti regolarmente.”

In basso le video interviste ai braccianti di Saluzzo, realizzate da Cgil Piemonte.

“Le proposte del sindacato vanno nella direzione del lavoro che stiamo portando avanti” ha sottolineato l’assessore Monica Cerutti “partendo da progetti specifici che auspichiamo diventino politiche strutturali e non emergenziali. Nell’alessandrino ad esempio c’è l’esempio del progetto che ha visto i migranti diventati apicoltori. E poi sta partendo in Piemonte un nuovo progetto finanziato dalla UE per l’inserimento lavorativo di circa 600 richiedenti asilo che si trovano nei centri di accoglienza straordinaria.”

“E’ stata una giornata importante e proficua” ha sottolineato infine Franco Armosino, segretario Cgil Alessandria “che ci dice che in Piemonte si sta lavorando per dare dignità al lavoro in agricoltura, in un momento così particolare, visto che quello che accade oggi in Italia sembra mirato all’esclusione nei confronti di chi ha un colore della pelle diverso dal nostro.”

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