Autore Redazione
venerdì
30 Marzo 2018
06:00
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Politica - Alessandria

La fusione Aso-Asl infiamma il dibattito politico

Nella Commissione Politiche Sociali e Sanitarie sono emersi i pareri contrari del consigliere Guazzotti e dall'ex direttore sanitario Forno. Replica il presidente Commissione Sanità Ravetti: "Basta con le chiacchiere, il bar è chiuso."
La fusione Aso-Asl infiamma il dibattito politico

PROVINCIA – L’ipotesi di accorpamento tra l’Ospedale di Alessandria, cioè la Azienda Sanitaria Ospedaliera, con l’Asl, l’Azienda Sanitaria Locale continua a far discutere. L’argomento è stato al centro di un’altra commissione comunale, nonostante il consiglio avesse già votato un parere sfavorevole. Il consigliere della Lega Nord Pierpaolo Guazzotti ha ribadito il suo no: “Faccio il medico da 35 anni. Questo accorpamento creerebbe dei doppioni e l’ospedale di Alessandria rischierebbe un declassamento. È stata una mozione fatta cadere dall’alto. Non sono stati interpellati i medici di base, i sindacati e i sindaci.”

Favorevole, invece, Vincenzo Costantino, vice presidente dell’Ipasvi, rappresentante dell’ordine professionale degli infermieri: “Ci sarebbe un’unica cabina di regia per gestire al meglio le risorse economiche. Serve un percorso di integrazione trasparente. La priorità dovrà essere la riduzione delle liste di attesa.”

Anche dall’associazione Cittadinanza Attiva, rappresentata da Mara Scagni, è arrivato un sì alla fusione: “Questa discussione ha assunto una connotazione politica, a dispetto dei contenuti. Così com’è il nostro territorio è una anomalia: di solito un solo ente di riferimento. Serve più omogeneità. Il mancato dialogo tra i due enti penalizza i cittadini: la concorrenza tra le due strutture provoca disagi tra i cittadini. La Regione però sia più precisa, al momento infatti non c’è ancora un atto propedeutico: Aso e Asl non possono certo restare divisi fino al 31 dicembre e unirsi automaticamente dal 1° gennaio.”

Sia l’Ordine degli infermieri che Cittadinanza Attiva hanno però sottolineato quanto sarebbe stato più utile chiedere un loro parere prima del voto del consiglio comunale e non a giochi già fatti.

Contrario alla fusione anche l’ex direttore sanitario Giancarlo Forno: Se i due direttori generali non dialogano si cambiano ma non si dovrebbe procedere a un accorpamento. In questi giorni tanti hanno espresso il loro dispiacere per la chiusura di alcune attività commerciali del centro come Boano. Ebbene se andremo avanti così anche la Azienda Ospedaliera abbasserà la saracinesca, perché nessuno dice nulla? Ricordo che nel 1994 fummo proprio noi dirigenti a interessarci per chiedere che l’azienda rientrasse nel gruppo degli ospedali di rilevanza nazionale. Ora si vada a riprendere il piano strategico realizzato tra il 2010 e il 2012. Ad oggi sono due le criticità maggiori: i tempi di attesa ormai inaccettabili e i pronto soccorso. Oggi a livello regionale manca una programmazione. Anziché questo accorpamento io sarei favorevole alla confluenza di tutti i presidi ospedalieri nell’Aso, con l’Asl che manterrebbe i servizi territoriali.”

Secca la replica del presidente della Commissione Regionale Sanità Domenico Ravetti: “L’unico obiettivo è quello di rafforzare e rendere più efficiente la sanità della provincia di Alessandria e la sanità piemontese, sottoponendo all’approvazione del Consiglio regionale e al confronto sul merito ogni ipotesi di riorganizzazione. Purtroppo mi spiace constatare come invece la discussione, che dovrebbe attenersi al piano dell’organizzazione sanitaria e dovrebbe riguardare le modalità di miglioramento dell’offerta sanitaria per i pazienti, sia scivolata sul piano delle opportunità individuali e dei posizionamenti politici in particolare della destra. Resto convinto della necessità di una discussione seria sul futuro della sanità nella provincia di Alessandria, partendo dai dati più significativi delle nostre due aziende sanitarie: i numeri della mobilità passiva, i bilanci, la qualità delle prestazioni certificata dal piano nazionale esiti, lo stato delle proroghe degli appalti. È su questi dati che la politica del passato non sa o non vuole discutere. Inoltre evidenzio con la forza di sempre che una delle ragioni delle difficoltà in cui ci troviamo nasce proprio dall’impossibilità di integrare le azioni delle due aziende, che sono poco complementari e finiscono per essere in competizione fra di loro. Abbiamo lavorato mettendo al centro le esigenze dei pazienti e quelle dei tanti dipendenti, raccogliendo le richieste di cambiamento e discontinuità che arrivano dal territorio, nell’ottica di aumentare e qualificare i servizi. Per tali richieste e per tutte le osservazioni anche critiche abbiamo aperto una consultazione pubblica che terminerà il 9 aprile, come da regolamento del Consiglio Regionale e come da prassi consolidata su attività legislative analoghe. Mi rammarica vedere che questo non è lo stesso fine di chi oppone argomenti pretestuosi e non di merito, avvelenando volutamente il confronto affinché nulla possa cambiare. Noi volevamo dare un’opportunità ai cittadini, non alla politica del passato.”

“L’accorpamento porterà dei risparmi, così comunque non si può andare avanti” ha aggiunto il capogruppo Pd Paolo Berta “con una mobilità passiva intorno ai 256 milioni di euro nel 2015, 48 milioni in più del 2014.”

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