22 Dicembre 2013
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Il Presidente dell’Upi Saitta attacca il Ddl sulle Province: ‘getterà il Paese nel caos’
Con l’approvazione da parte della Camera, il disegno di legge sulle Province e le città metropolitane ha ottenuto il primo ‘via libera’. Il ddl prevede la trasformazione dei consigli provinciali in assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito, l’istituzione di 9 città metropolitane e la disciplina su unione e fusioni di Comuni. ll disegno di legge dà un taglio anche alle indennità: niente assessori con lo stipendio e addio gettoni di presenza. L’approvazione della Camera è solo il primo passo per l’ok definitivo. Il provvedimento dovrà ora passare all’esame del Senato, ma l’approvazione da parte della Camera ha subito provocato la netta reazione di Antonio Saitta, Presidente dell’Upi, Unione province italiane, che ha bollato il ddl Delrio come un provvedimento “pieno di incongruenze, con norme destinate a gettare nel caos il Paese“. Nell’intento del disegno di legge, le Province comprenderanno aree più vaste di quelle attuali e i loro rappresentanti saranno designati non più dai cittadini, ma dagli amministratori locali, che sceglieranno tra i sindaci dei Comuni del territorio. La struttura portante della Repubblica delle autonomie dovrebbe quindi avere il suo perno su due soli livelli territoriali di rappresentanza politica: i comuni e le regioni. Secondo il presidente dell’Unione province italiane, Antonio Saitta il provvedimento, però, non solo non produrrà risparmi, ma porterà a un aumento certo della spesa pubblica e all’ennesimo prolificare di enti strumentali e agenzie regionali. L’unica ‘semplificazione’, secondo Saitta, sarà infatti “la cancellazione della democrazia, del diritto di votare liberamente chi amministra i territori”. “I Comuni – ha aggiunto Saitta – non sono in grado di gestire le funzioni di area vasta e le Regioni non sono enti di amministrazione: per erogare i servizi apriranno ennesime nuove agenzie, quelle su cui la Corte dei Conti ha lanciato già diversi allarmi, definendole “una fonte di perdite”. Oggi, secondo il Ministero dello Sviluppo economico che li ha censite, ce ne sono già 3.127, e sono costate nel 2012 oltre 7 miliardi 400 milioni di euro. Ma di questi organismi inutili, il Governo e Parlamento continuano a non volersi occupare, perché sono la zona grigia del potere”. Emblema dell’incongruenza del provvedimento, secondo il Presidente dell’Upi, è l’articolo 15 del ddl, “quello che di fatto spezzetta le funzioni oggi assegnate alle Province in mille rivoli” e che secondo Saitta, “nella migliore delle ipotesi a quasi 2 anni dall’entrata in vigore della legge non permetterà di assegnare ai Enti le funzioni, il personale, le risorse , il patrimonio”.
“Ma la confusione è riscontrabile in tutto il testo – ha aggiunto – le oltre 20 Città metropolitane, la cui individuazione è stata fatta senza seguire alcun criterio reale, potranno decollare non prima del gennaio 2015. I Sindaci nominati presidenti di Provincia resteranno in carica 4 anni, anche se nel frattempo non saranno più sindaci, ma i loro consigli dureranno 2 anni: quindi non ci sarà alcun legame tra i due organismi. I bilanci degli enti saranno votati dal Consiglio, solo se un terzo dei comuni dell’assemblea avranno dato il consenso. Province e Città metropolitane potranno continuare a coesistere. Qualcuno ci spieghi dov’è la tanto sbandierata semplificazione che questo provvedimento introdurrebbe“.
Il Senato, ha quindi concluso Saitta, ha ora “la grande responsabilità di porre rimedio a questo pasticcio: ci auguriamo che abbia la determinazione necessaria ad affrontare con serietà e lontano dalle campagne mediatiche questo compito“.