Autore Redazione
giovedì
16 Gennaio 2014
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Politica - Alessandria

Expo si avvicina: non fate un buco nell?acqua termale

Expo si avvicina: non fate un buco nell?acqua termale

Dopo le sollecitazioni dei mesi scorsi, Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato l’ultimo appello per la situazione delle terme di Acqui. Il cda della società a giorni dovrebbe pronunciare l’ultima parola sulla pubblicazione del bando per concessione a privati delle terme. Un documento “coperto dalla massima riservatezza” , hanno sottolineato i segretari provinciali delle tre sigle, Silvana Tiberti, Alessio Ferraris e Aldo Gregori, non solo per quanto riguarda le ricadute occupazionali per i 40 addetti diretti e 20 lavoratori stagionali che, considerato l’indotto, arrivano a quota 400. Il bando sarebbe infatti avvolto dalla più totale oscurità anche per “gli obiettivi” di questa operazione. I sindacati hanno analizzato i flussi turistici dal 2008 al 2012 e guardato con preoccupazione al calo di presenze registrato ad Acqui. In un contesto provinciale in crescita, con presenze complessivamente salite dalle 594.000 del 2008 alle 722.000 del 2012, Acqui ha invece subito un crollo di 31mila presenze. La città termale è infatti scesa dai 168.000 turisti del 2008 ai 137.000 del 2012. Secondo le parti sociali, la conclamata qualità delle acque oggi non sarebbe più sufficiente a calamitare turisti. Le terme sono soprattutto sinonimo di “benessere”, hanno ricordato le tre sigle, “un lusso” che in tempo di crisi può però concedersi “solo chi ha i soldi”. I turisti dalle tasche piene non si accontentano solo di acqua termale di ‘classe A’. “I ricchi vogliono tutto il pacchetto a 5 stelle e invece Acqui sta perdendo anche la 4° stella” ha sottolineato il segretario Cgil, Silvana Tiberti. Il progressivo “depauperamento” della città è preoccupante, soprattutto considerato il tempismo quanto mai infelice. Alle porte ci sono infatti due importanti appuntamenti che Acqui, così come il resto della provincia, non può permettersi di mancare: Expo 2015 e il bicentenario della nascita di Don Bosco. Convinti che sia “meglio una buona privatizzazione rispetto a una pessima gestione pubblica”, Cgil, Cisl e Uil hanno però invitato il cda delle Terme a non approvare alcun bando “che non definisca in modo chiaro le finalità di sviluppo delle Terme di Acqui”. I sindacati, hanno spiegato, “non chiedono di entrare nel dettaglio del piano industriale” ma vogliono capire “a chi si vende” e, soprattutto, hanno invitato a una riflessione ‘sui tempi’ di questa operazione. Una dismissione a ridosso dei due eventi del prossimo anno rischia di non farci  arrivare in tempo per cogliere le importanti occasioni di rilancio per il territorio. Le terme di Acqui sono del resto una delle tante carte che l’alessandrino può giocarsi per riuscire a intercettare una fetta dei 20 milioni di visitatori complessivamente attesi per Expo 2015 e anche i 2 milioni di fedeli che secondo i salesiani raggiungeranno le province di Alessandria e Asti per visitare i luoghi di Don Bosco. Per non vederci sfrecciare davanti questo treno, secondo Cgil, Cisl e Uil “bisogna fare molto di più” e mettere in rete tutte le attrattive del territorio per fornire ai turisti ‘un pacchetto completo’.

Per questo le tre sigle hanno chiamato in causa la Provincia e sollecitato un tavolo urgente sul turismo, in vista di Expo 2015. “Non possiamo arrivare a questo appuntamento divisi” hanno rimarcato Cgil, Cisl e Uil, richiamando Palazzo Ghilini al suo ruolo di ‘regista’ politico e coordinatore delle richieste e aspettative dei vari territori. “Nonostante il momento di incertezza istituzionale, la Provincia esiste ancora – hanno rimarcato i sindacati – Dobbiamo sfruttare le professionalità dell’Ente per elaborare un progetto complessivo per tutto il territorio. Tocca alla politica dare l’imput per arrivare rapidamente a recuperare il tempo secondo noi già perso”. Una sollecitazione che i sindacati, hanno spiegato, rivolgeranno anche alla Camera di Commercio di Alessandria.

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