19 Giugno 2018
06:00
Diventare saldatori per un futuro migliore: il sogno di nove migranti
ALESSANDRIA – Da apicoltori a saldatori. Dieci giorni fa è scattato un nuovo progetto di formazione e inserimento lavorativo per richiedenti asilo, coordinato dall’associazione Cambalache, sul modello virtuoso di Bee My Job. Nove ragazzi provenienti dalla Nigeria, Liberia, Camerun, Togo, Guinea, Gambia e Costa d’Avoria parteciperanno alle 130 ore di lezioni teorico-pratiche, anche nel laboratorio Saldatura al Centro Nazionale Opere Salesiane in corso Acqui. Onyeka, Hafis, Mamadou, Gustave, Abdourauf, Moses, Sekou, Lamin e Djankou lavoreranno poi in tirocini retribuiti in otto aziende del territorio, con l’obiettivo di una possibile futura assunzione.
Le imprese sono Maestrello S.R.L a Oviglio, Fratelli Bigaran S.R.L ad Alessandria, C.F.A. SRL di Castellazzo Bormida, Il Serramento di Lo Carmine Natascja con sede a Frugarolo, Società Costruzioni Capannoni S.R.L a Oviglio, Conti Serramenti S.R.L ad Alessandria, T.O.P di Tonon Paolo con sede ad Alessandria e Autofficina Riparazioni Fb snc di Alessandria.
Il progetto è stato finanziato con 29 mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Una parte rilevante di questa cifra, il 15%, arriverà solo se l’impiego lavorativo dei ragazzi si concretizzerà.
“Questa opportunità ha colmato una assenza nella mia vita” ha raccontato Djankou. “Il mestiere di saldatore è uno dei più richiesti” ha sottolineato Maurizio Rena, coordinatore territoriale del Cnos del Piemonte Orientale “siamo stati noi a contattare direttamente le aziende e chiedere di che cosa avevano bisogno dal punto di vista della specializzazione professionale. Questa è una esperienza pilota ma che vorremmo si prolungasse negli anni.”
Il corso prevede anche ore di sicurezza sul lavoro, di educazione alla cittadinanza e di apprendimento della lingua italiana.
“Il progetto – spiega Mara Alacqua, presidente di Cambalache – punta alla professionalizzazione dei rifugiati e richiedenti asilo, garantendo loro non solo una formazione sull’ambito lavorativo in cui andranno a operare, ma anche sulla sicurezza sul lavoro e sui diritti e doveri dei lavoratori. Il modello, benché in un differente ambito
professionale, è lo stesso di Bee My Job, progetto di apicoltura urbana e sociale ideato dalla nostra Associazione, che nel 2018 ha ottenuto il supporto dell’UNHCR – Agenzia ONU per i rifugiati. L’obiettivo non è solo quello di promuovere la possibilità di nuovi posti di lavoro, ma farlo supportando l’integrazione e il migliore inserimento nella società”.