8 Febbraio 2014
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Pietro Bianchi lascia la partecipata Amag: ‘non mi ricandido’
Le frizioni e le scintille rimaste per mesi all’interno della sede di Amag ed esplose poi pubblicamente con la ruota di note stampa del Presidente Pietro Bianchi e dell’amministratore delegato Gian Piero Borsi, venerdì mattina hanno ‘acceso’ anche la Commissione bilancio a Palazzo Rosso. Se il lungo susseguirsi di parole dell’assessore alla sostenibilità economica, Matteo Ferraris, sul “profilo tattico” e “profilo strategico” della prossima gara del gas è costato al membro della Giunta una ‘bacchettata’ dal Presidente della Commissione Bilancio, Giovanni Barosini, “trasparenza di una amministrazione vuol dire anche capacità di sintesi” ha sottolineato il consigliere dell’Udc, il ‘fulmineo’ intervento di Bianchi ha invece ‘indignato’ gran parte dei membri della Commissione. Ascoltato l’intervento di Ferraris e quello dell’amministratore delegato di Amag Borsi, il Presidente della partecipata ha snocciolato in una manciata di minuti i numeri della partecipata per poi lasciare Palazzo Rosso per un altro impegno. “Nessuno ha concordato con me data e ora della Commissione” ha tuonato, spiegando poi di aver ricevuto un fax martedì con la data scelta da Barosini e Borsi “e 3 minuti dopo la convocazione”. “Cinque giorni di preavviso sono grasso che cola” ha poi protestato Emanuele Locci di Fratelli d’Italia, accusando Bianchi di mancanza di rispetto verso il Consiglio. Strali lanciati venerdì anche da Domenico Di Filippo del Movimento 5 Stelle, che in entrambi in casi hanno però raggiunto una sedia ormai vuota.
Proprio ai numeri di Amag Bianchi ha però affidato la replica al precedente intervento dell’amministratore delegato. Se Borsi venerdì ha infatti ricordato i 60 cantieri aperti trovati al suo arrivo nella società ad agosto 2012, poi sospesi”per mancanza di coperture finanziare”, l’insinuazione nelle massa passiva del Comune di Alessandria per 13 milioni di euro, i circa 4 milioni di euro di crediti vantati nei confronti della partecipata Atm e le difficoltà nel pagamento del’Iva, con un debito residuo verso lo Stato di circa 6 milioni di euro, il Presidente Bianchi ha invece raffrontato crediti e debiti delle partecipata. “Al 31 luglio 2012 i crediti verso i clienti erano 11.550.000 euro. Al mio arrivo erano aumentati di 4 milioni e 800 mila euro, mentre al 31 gennaio 2014 sono risultati pari a 16.566.000, quindi aumentati di soli 662.000 euro”. Stessa analisi anche per i debiti verso i fornitori, partiti da 12 milioni e 145 mila euro del 31 luglio 2012 , sono poi aumentati di 1.084.364 euro al 31 marzo 2013 per scendere poi di oltre 4 milioni di euro al 31 gennaio 2014 . Calati di oltre 4 milioni di euro anche i debiti di natura finanziaria, passati da 24.550.000 del 31 luglio 2012 ai circa 19.480.000 euro del 31 gennaio 2014.
“Non è un fiore all’occhiello dire che non si sono recuperati i crediti” ha sottolineato Bianchi replicando all’amministratore delegato Borsi che pochi minuti prima aveva illustrato ai consiglieri “l’attività di mediazione e confronto e la vicinanza alle difficoltà delle famiglie e delle società” portata avanti da Amag dal suo arrivo in azienda. “Nessun buon amministratore avrebbe potuto fare affidamento sui crediti vantati dal Comune di Alessandria o dalle altre partecipate” ha aggiunto Bianchi, sottolineando come non si sia dato seguito nella pratica a tutte quelle delibere “adottate all’unanimità dal cda” dall’arrivo di Borsi in Amag. Una affermazione respinta poi dall’amministratore delegato. Anche in questo caso, però, le parole indirizzate al Presidente Bianchi hanno raggiunto una sedia ormai vuota. Esplicitata la volontà di non ricandidarsi come Presidente, Bianchi venerdì ha lasciato Palazzo e Amag. Proprio venerdì scadeva infatti il termine per presentare i curricula per la nomina di 2 componenti del cda. Nella lista di nomi che verrà licenziata lunedì dai Capigruppo non ci sarà quindi quello di Pietro Bianchi. Tra i curricula pare però ci sia quello di un noto manager dell’area torinese. Poco sotto anche la candidatura di Mauro Bressan, anche lui manager e assessore all’epoca della Giunta Scagni. L’ultima parola sui curricula arrivati fino a venerdì alle 12 spetterà comunque al primo cittadino di Alessandria, Rita Rossa, che martedì proporrà i due nomi all’assemblea dei sindaci di Amag. “Sceglierò in base al criterio della competenza e della capacità manageriale e finanziaria. Il colore politico non sarà un discrimine” ha spiegato a Radio Gold News.