4 Marzo 2014
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La ‘rinascita’ dell’osservatorio della Fraschetta divide i consiglieri comunali
La proposta del consigliere del Movimento 5 Stelle, Domenico Di Filippo di far ‘risorgere’ l’osservatorio della Fraschetta ha diviso i membri della Commissione Ambiente del Comune di Alessandria. Palazzo Rosso è determinato a tracciare un quadro dettagliato del livello di inquinamento nella zona di Spinetta Marengo, ma lo strumento dell’osservatorio ambientale ha generato più di una perplessità. La proposta del Movimento 5 Stelle è stata sposata da Ciro Fiorentino della Federazione della Sinistra, convinto che solo un osservatorio possa garantire “la piena partecipazione dei cittadini“. Favorevole anche l’assessore all’ambiente, Claudio Lombardi, che ha però sottolineato la necessità di mettere in campo azioni ‘più incisive’ rispetto al passato. L’alessandrino, del resto, non è nuovo agli osservatori. Come ricordato lunedì mattina in Commissione ambiente, il primo ‘comparve’ già nel 1988, preceduto negli anni ’70 dalla “piattaforma di rivendicazione aziendale”. Scarsi, se non praticamente nulli, i risultati prodotti all’epoca. Poco “approfonditi”, ha spiegato invece l’assessore all’ambiente, Claudio Lombardi, i dati emersi dall’attività dell’ultimo osservatorio ambientale. Composto da Comune, Provincia, Arpa, Asl e da alcune associazioni ambientaliste e comitati locali, l’osservatorio nacque nell’ambito del progetto europeo “Linfa” del 2003. Un progetto finanziato con circa 1 milione di euro, di cui metà stanziati dal Comune, che portò a risultati “non all’altezza degli ambiziosi obiettivi” ha spiegato l’assessore Lombardi. ‘Linfa’ puntava infatti a monitorare il livello di inquinamento dell’aria e a tracciare linee guida di intervento. Durato trenta mesi, il progetto portò all’apertura dello sportello ambientale e all’installazione di tre display che segnalavano la concentrazione di polveri sottili e ozono. Tre monitor, uno all’ingresso di Spinetta, uno all’Urp di Alessandria e uno sul ponte Tiziano, da tempo ormai spenti. I finanziamenti permisero però anche di realizzare un’indagine epidemiologica tra i bambini fino a 11 anni di età. Lo studio, ha ricordato l’assessore, rilevò un’incidenza del 35% di patologie respiratorie e allergiche, con un picco del 50% proprio a Spinetta Marengo. Un dato importante, ha sottolineato Lombardi, cui non seguì però alcun approfondimento. Ignorate le cause di quel picco, l’intero progetto non considerò per nulla altri “elementi”. I problemi di Spinetta vanno del resto ben oltre la presenza di Pm10 eppure, come sottolineato dal consigliere Roberto Sarti della Lega Nord, “mentre a Spinetta le discariche formavano colline, con il progetto Linfa noi guardavamo per aria”. Visti gli scarsi risultati ottenuti in passato, l’assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria ha quindi rimarcato la necessità di creare un osservatorio focalizzato su quello che Lombardi ha definito “lo scandalo del Rio Lovassina”, ma anche sul problema della discarica, della presenza del Polo Chimico e dell’inquinamento provocato dall’intenso traffico veicolare. Fondamentale, ha spiegato l’assessore, è inoltre riuscire anche a trovare finanziamenti che permettano ad Arpa “e non ai colossi industriali” come Solvay di compiere le analisi sulla presenza di inquinanti. Dopo gli scarsi risultati prodotti dal vecchio osservatorio, e l’odierna difficoltà di intercettare fondi, Francesco Di Salvo del Pd ha invece spinto per lasciare alla stessa Commissione il compito di monitorare il livello di inquinamento a Spinetta, gestire i rapporti con gli altri Enti e tracciare delle linee di intervento. Convinto che che “l’organo tecnico e politico” in grado di garantire trasparenza delle informazioni e partecipazione democratica sia proprio la Commmissione, il consigliere del Pd si è detto pronto a bussare “personalmente” in tutti gli uffici di Palazzo Rosso per trovare “le persone necessarie” a costituire il gruppo di lavoro. Convinto che non ci possano essere “soluzioni semplici per un problema complesso come quello della Fraschetta“, il consigliere di Sel Renzo Penna, lunedì ha invece rimarcato la necessità di affrontare il tema “superando i limiti del passato” provando ad intercettare nuovamente fondi europei in grado di sostenere il lavoro dell’osservatorio. Perplessi sulla possibilità di ottenere risultati concreti da un osservatorio, Roberto Sari della Lega e Giovanni Barosini dell’Udc hanno sottolineato ancora una volta la necessità di un intervento del Governo per gestire la complessa vicenda dell’inquinanamento della Fraschetta.”Noi non abbiamo niente in meno di Taranto, anzi secondo me la situazione di Alessandria è peggio“, ha chiosato Sarti rimarcando la necessità di conciliare l’attività industriale di Spinetta con i temi legati a salute e ambiente. Già al lavoro per ottenere un interessamento del Governo, Barosini, ha spiegato, ha già inviato una lettera al Ministro all’Ambiente Galletti. In attesa di risposte da Roma i consiglieri comunali di Alessandria torneranno a breve sul tema ‘osservatorio ambientale”. Il dibattito, ha spiegato il presidente della Commissione, Daniele Coloris, non è terminato e i consiglieri sono determinati a fare tutti gli approfondimenti del caso.