6 Marzo 2014
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Tiberti al sindaco: ‘non esiste solo la Merkel, immaginiamo un futuro per la città’. Rossa: ‘Io ci sono’
Silvana Tiberti, al 14esimo congresso provinciale della Cgil, indossava un tailleur scuro, rigoroso e austero come l’analisi, dettagliata e asciutta, presentata davanti alla folta platea dell’aula magna del Dipartimento di Scienze dell’Università Amedeo Avogadro. Nessun numero, ha subito puntualizzato all’inizio della sua relazione “ne abbiamo dati tanti, li conosciamo e oggi li riconosciamo tutti“. Implicitamente però sono tornati a galla per dimostrare con un pizzico di amaro orgoglio che quei numeri erano “veri, anche quando si doveva tacere e dire che tutto andava bene”.
Sicuramente però la situazione economica nazionale e italiana non va e Silvana Tiberti lo ha spiegato raccontando quello che il sindacato cattura ogni giorni “incontrando persone e aziende, percependo quanto accade prima ancora che le sensazioni diventino dati“, scritti nero su bianco, nelle statistiche. “L’Italia disorientata, impaurita, impoverita la incontriamo tutti i giorni – ha raccontato Tiberti. C’è chi fino a ieri stava bene, e oggi con il lavoro sta perdendo tutto. Chi è caduto nella trappola del debito o si consegna alla ludopatia. Chi vende i denti ai compro oro, e sono tanti. Chi ha perso ogni fiducia e spesso coltiva solo rabbia e solitudine, anche se fa eco solo il suicidio. E’ una sorta di nuovo sottoproletariato, con lo stesso smarrimento e le stesse contraddizioni, e non è la nicchia di marginalità da affidare ai servizi sociali”.
Una situazione che, secondo il segretario, incupisce il futuro e lo renderà ancora più fragile per chi oggi è bambino se non si attueranno cambiamenti e “non si riconoscerà che si è affamata la bestia. Con i tagli agli enti Locali si è annientata la loro funzione e la loro missione istituzionale. Un paese ora ai minimi storici” che deve ripartire da welfare e cioé “lavoro e sicurezza. Perché sicurezza è fiducia, fiducia è spesa. Dunque welfare è sviluppo e non costo.” In tutto questo il lavoro deve essere centrale, ha ancora spiegato Tiberti, e “l’imperativo è quindi quello di crearlo“.
Una possibilità non impossibile anche nella disastrata provncia alessandrina se però, ha sottolineato la segretaria, si eliminano vizi di personalità che non si riescono a rimuovere: “chi vince e chi perde lo fa da solo. Ciascuno fa da sé, per sé”. Così “si rischiano di perdere occasioni importanti per il territorio come Expo 2015 fino ad arrivare al Terzo Valico“. In questo senso Tiberti ha invitato le istituzioni a non sprecare e a dare risposte ai sindacati, Cgil, Cisl e Uil: “fare, ma fare bene. Fare se serve, dato che la via della seta non c’è più. Se serve, impegniamoci perché il territorio ne abbia un ritorno“. I cantieri aperti devono essere portati a compimento “ma senza mafie qui“.
Tiberti ha infine invitato tutti a fondere gli sforzi e a remare tutti dalla stessa parte: “ho una proposta provocatoria, ma nemmeno troppo: mettiamo insieme i convegni di tutti, e i piani strategici senza mettere altri soldi, perché già troppi sono stati sprecati. Usiamo l’università e vediamo se esce un progetto territorio. Abbiamo proposto un patto di sviluppo contro la crisi, la Provincia, che poteva essere il luogo, e ne aveva la responsabilità, non ci ha ascoltati. Ma siamo ostinatamente convinti, con CISL e UIL, che sia la strada da seguire, per non parlare solo di crisi e dare così la colpa al mondo. Averci provato e non esserci ancora riusciti, non è una buona ragione per lasciar perdere”.
(Segue dopo le foto)
In tutto questo non poteva mancare l’affondo al sindaco di Alessandria: “Cara Rita a un certo punto non ci si è capiti più. Non solo tu e io. E’ mancato il confronto. Non si è riconosciuta l’autonomia. Ti voglio ancora dire, non c’è solo il risanamento, non c’è solo la Merkel“. Perciò Silvana Tiberti ha invitato il primo cittadino a mettere da parte l’immobilismo o la giustificazione di quanto accaduto finora. Nessuno sguardo al passato e alle situazioni che hanno determinato il dissesto ma un invito a guardare avanti, “non bastano – ha caricato Tiberti – le dichiarazioni sui giornali. C’è bisogno di riscrivere un progetto città. Ascoltare e coinvolgere serve ad alleggerire il peso e, penso, a migliorare il risultato. Poi è tua la scelta”.
Inutile dire che il richiamo di Silvana Tiberti ha trovato l’immediata risposta del sindaco Rita Rossa. Il primo cittadino ha parlato di un “progetto di città che diventi attrattivo, che riapra cantieri e ricerchi partner industriali forti per i settori che devono garantire, per la parte pubblica, investimenti (gas, acqua, ndr)”. Il sindaco ha anche parlato di una rivoluzione urbana che fornisca “strumenti nuovi e crei occasioni per rimettere nel mercato del lavoro persone che oggi non ha ancora risposte“. Infine Rita Rossa, guardando negli occhi Silvana Tiberti, ha affermato di aver raccolto “con positività l’idea di una riapertura del dialogo“. D’altra parte, ha continuato “non possiamo pensare di difendere i diritti dei lavoratori immaginando di mantenere la situazione così come l’abbiamo conosciuta. Dobbiamo percorrere strade nuove. Io ci sono.”
Poi l’abbraccio di qualche secondo tra Tiberti e Rossa, ma solo le prossime settimane potranno dire se la nuova strada, quella del necessario cambiamento, è davvero la stessa per entrambe.