27 Marzo 2014
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Si’ del Senato al ddl Del Rio: anche la provincia di Alessandria subito a costo zero
Il Senato ha approvato ieri con 160 sì e 133 no il disegno di Legge Del Rio sul riordino delle province. L’ente raccoglierà i sindaci del territorio e i consiglieri comunali del circondario che, senza altre indennità, avranno solo potere di pianificazione, eccetto sull’edilizia scolastica e le pari opportunità. La riforma scatterà il 1°gennaio 2015. Se anche la Camera dei Deputati approverà il ddl, la Provincia di Alessandria, in scadenza di mandato questa primavera, perderà i consiglieri ma, fino a fine anno, manterrà il presidente e la giunta, a costo zero, per l’ordinaria amministrazione. Uno scenario che, secondo il senatore PD Federico Fornaro, comporterà le dimissioni anticipate degli amministratori. “Proprio il Governo e la Commissione Bilancio hanno voluto che questo periodo transitorio avvenisse a titolo gratuito. Sarà difficile assumere oneri così grandi come fa il presidente della Provincia senza nessun tipo di indennità, se uno vuol fare volontariato meglio andarlo a fare in un ente assistenziale. Mi rimane il dubbio sulla gratuità degli incarichi.”
Nel suo intervento in aula, martedì, il senatore Fornaro ha messo in evidenza quelli che lui stesso ha definito, ai nostri microfoni “gli elementi demagogici che sono stati fatti sulle province negli ultimi anni. Il risparmio immediato potrà essere di 100/150 milioni di euro, anche se la stessa Corte dei Conti ha ipotizzato che reinserire i dipendenti pubblici in altri enti potrebbe provocare un aumento di costi nel breve periodo, visto le possibili condizioni economiche contrattuali diverse. Il riordino delle province è una sfida più ampia, deve portare a un dimagrimento complessivo dello Stato. Purtroppo l’inizio dell’iter di questo ddl è avvenuto in questo clima che non ha consentito di affrontare seriamente la riforma, l’Unione delle Province Italiane, ad esempio, aveva proposto di accorpare le province.”
Fornaro, però, ha posto l’accento sul lato positivo della medaglia: “le norme sull’aumento del numero dei consiglieri comunali nei comuni fino a 3.000 abitanti (da 6 a 10), la reintroduzione delle giunte nei comuni con meno di 1.000 abitanti e il terzo mandato per i sindaci dei comuni con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti. Così si sana una vera e propria ferita democratica che era stata compiuta nel 2011 quando, con tono trionfale, in conferenza stampa, l’allora ministro Calderoli annunciò il taglio di decine di migliaia di poltrone (54mila per la precisione), dimenticando il ruolo di sostanziale volontariato svolto dai consiglieri comunali dei piccoli Comuni, che furono offesi e umiliati da quelle affermazioni”.Non è stato facile, ma ci siamo riusciti per la tenacia del PD e nonostante gli strali di Forza Italia, Lega Nord e Movimento 5 Stelle contro un inesistente e demagogico aumento di “poltrone. Adesso il testo passa alla Camera che dovrà approvarlo senza modifiche entro il 7 aprile, affinché possa aver efficacia per i comuni che andranno al voto il 25 maggio 2014.”