Autore Redazione
giovedì
6 Settembre 2018
07:00
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Politica - Acqui Terme - Alessandria - Casale Monferrato - Novi Ligure - Ovada - Tortona - Valenza

“Difendiamo il vero volontariato, quello gratis e senza fini politici”

Venti associazioni delle province di Alessandria e Asti hanno firmato una carta di intenti per distinguere le loro caratteristiche e dire no alla Legge sul Terzo Settore che le equipara a tante altre diverse realtà
“Difendiamo il vero volontariato, quello gratis e senza fini politici”

PROVINCIA – Gratuità, organizzazione, indipendenza politica. Queste le parole fondanti del volontariato, ribadite da circa venti associazioni delle province di Alessandria e Asti in una Carta di Intenti. Il documento è stato redatto per distinguere queste organizzazioni dalle altre forme di aggregazione come le soms o le associazioni di promozione sociale, equiparate invece dall’ultima Legge sul Terzo Settore. “Vogliamo una divisione netta, da noi non ci sono dipendenti”. 

La carta di intenti delle associazioni di volontariato

Un volontariato, hanno ribadito i referenti delle diverse realtà, si attiva senza alcun fine di lucro e la sua attività dura nel tempo, non solo nell’emergenza.

Ora l’obiettivo sarà far conoscere e acquisire a quante più associazioni possibili questa carta di intenti.

Per ora il documento è stato firmato da Adia (Acqui Terme e Ovada), Ana (Casale Monferrato), Anteas Alessandria, Apri (Asti), Assefa Alessandria, Associazione per la pace e la nonviolenza (Alessandria e Acqui Terme), Cav (Novi), Gruppo volontariato assistenza handicappati Gva (Acqui Terme), L’Abbraccio (Fubine), Lida (Asti), Museo della Gambarina (Alessandria), Pro Natura (Alessandria, Rifrancalore (Refrancore), Tempi di Fraternità (Asti), Vedrai (Ovada), Vela (Ovada), Verso il Kurdistan (Alessandria).

“In teoria dovrebbero far parte del terzo settore solo le associazioni no profit ma sappiamo che non è così” ha sottolineato Pietro Moretti dell’Associazione Vedrai “spesso il volontariato viene strumentalizzato e diventa di facciata. Non siamo contrari a priori alle collaborazioni retribuite ma siano regolamentate e rappresentino solo una piccola parte delle attività. Altrimenti stiamo parlando di un’altra cosa. E i rimborsi spesa siano effettivi, reali, non pagati a forfait, come se si trattasse di uno stipendio. Tutto questo è completamente fuori dalla logica del volontariato. No ai tariffari”. 

Nel mirino dei firmatari della Carta di Intenti anche i cosiddetti volontari del momento, al lavoro magari in occasione di un evento specifico. “Ben vengano ma non chiamiamoli volontari, bensì operatori sociali” ha sottolineato Pierluigi Cavalchini, di Pro Natura.

“Non c’è più una legge che definisce dei paletti precisi” ha aggiunto Franco Giordano, di Assefa Alessandria “tutte le associazioni di volontariato sono state inserite in un grande contenitore insieme ad altre realtà che nulla c’entrano. Quello che è successo a Roma, ad esempio, con Mafia Capitale, ci ha dato non poco fastidio”. 

“Un volontario, inoltre, viene formato anche dal punto di vista psicologico, affinché sia in grado di relazionarsi con gli altri nel miglior modo possibile, alla base c’è anche una preparazione”le parole di Gianni Ravera, della sezione Alpini di Casale Monferrato “oggi è difficile controllare i volontari cosiddetti “liberi”, che operano senza una associazione alle spalle”.  

La politica, inoltre, non dovrebbe mai diventare un elemento di influenza.Spesso i politici sono molto bravi ad approfittare di quello che facciano e a ricavarne dei vantaggi in termini di visibilità. Dobbiamo prestare massima attenzione, tutti i giorni lottiamo contro questo problema. Nessun nostro presidente o responsabile, ad esempio, può ricoprire alcuna carica pubblica ha aggiunto Pietro Moretti.

Come far fronte, infine, al problema dello scarso ricambio generazionale? “Siamo in grado di sprigionare una forza dinamica potente nella società” ha detto Giuseppe Di Menza, dell’associazione L’Abbraccio “il volontariato fa crescere, maturare e tocca corde profonde del nostro essere. Noi doniamo un po’ del nostro tempo e della nostra vita agli altri e agiamo partendo da una motivazione profonda, spirituale. Su questi presupposti dobbiamo diventare dei modelli per i giovani. Fare volontariato dà senso alla propria esistenza, senza “do ut des””. 

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