8 Aprile 2014
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Regionali Pd: Torino congela tutto e il Pd provinciale non esce dallo stallo
La vicenda dei candidati alessandrini alle prossime elezioni regionali si è incagliata anche a Torino. La direzione regionale ha deciso di non decidere complicando ancora di più una matassa che rischia di diventare ancora più ingarbugliata. Il confronto ieri sera avrebbe dovuto dirimere tutte le questioni ma non ha portato alcun frutto. Il segretario regionale del partito, Davide Gariglio, arriverà in provincia nei prossimi giorni per allungare la lista delle consultazioni e uscire dall’inghippo, nato dall’esclusione di Paolo Filippi. “La decisione non è arrivata – ha spiegato il segretario provinciale Pd, Domenico Ravetti. E’ stato avviato un dibattito in sede regionale dove alcuni hanno sostenuto le proprie ragioni, cioé quelle di modificare la lista votata da una percentuale pari all’80% dall’assemblea provinciale, ritenendo necessario l’inserimento dell’attuale presidente. Su questa proposta la direzione regionale ha chiesto un’ulteriore momento di riflessione politica. Nell’arco al massimo di un paio di giorni comunque la questione dovrebbe essere risolta con l’arrivo di Gariglio. In questo senso io ho proposto un incontro aperto, anche al pubblico, perché è arrivato il momento di smettere di parlare di candidature altrimenti diamo l’idea di non voler parlare dei problemi del territorio e degli alessandrini. Rischiamo di dare l’impressione di parlare solo di noi stessi e il tempo della nuova politica impone altri ragionamenti”.
Il blocco dalla Regione è però un duro colpo per il Pd provinciale e per la decisione dell’assemblea, peraltro confermata anche domenica sera ma per Ravetti “fa parte dei processi democratici. La direzione regionale è legittimata ad esprimere giudizi. Il lavoro che il segretario regionale mi ha indicato e cioé tieni unito il partito e individua 4 candidati io l’ho fatto insieme all’assemblea. L’unanimità nella natura democratica non esiste. I voti all’unanimità sono poco veri. E’ vero invece che con l’80% dei voti l’assemblea si esprime a larghissima maggioranza. Ora spetta ad altri decidere. Poi la direzione regionale è legittimata a fare tutti i ragionamenti che crede. Mi fermo qui e non aggiungo altro”.
Dall’altra parte Fabio Barisione ha spiegato che “il percorso per individuare i 4 candidati non è stato facile. Non è stata accolta la richiesta di primarie avanzata per esempio dall’ovadese perché il regionale non ha dato questa possibilità e perciò era una sintesi complicata. Per la prima volta, ad esempio, si ragionava per componenti e non per territorio. Ora siamo in un momento di stallo ma è urgente che si definisca la situazione e che le tensioni si sciolgano. Il percorso che andremo a votare in direzione regionale è previsto dal regolamento. Ora si può riprendere la candidatura di Filippi, peraltro con l’appoggio di molti amministratori locali, e portare questa scelta in direzione attraverso una ricomposizione della lista. Certamente è un percorso finora mai attuato a livello provinciale. Io spero che questo consenso arrivi nei prossimi giorni”.
Come uscirà però il partito provinciale da un caos di questa misura?