13 Maggio 2014
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Terziario donna: ‘più crescita con più lavoro femminile’
Potrebbe avere sfumature di ‘rosa’ la linea di ripresa del Paese. Secondo l’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, se l’occupazione femminile raggiungesse il livello delle imprese ‘al maschile’ l’Italia nel 2030 potrebbe veder aumentare il Pil pro capite di un punto percentuale l’anno e raggiungere un +7% di forza lavoro. Più partecipazione femminile al lavoro porterebbe quindi più crescita. Ne sono convinte le imprenditrici italiane che venerdì scorso, a Palermo, hanno partecipato al primo Forum di Terziario Donna “Donne motore della ripresa”. Un incontro cui hanno preso parte anche Vittoria Poggio e Rossella Ferrando, rispettivamente Presidente provinciale e Consigliera di Terziario Donna Alessandria. Il Foum, ha spiegato a Radio Gold News Vittoria Poggio, ha ancora una volta dimostrato la caparbietà e la professionalità delle imprenditrici. “Le imprese femminili riescono a tenere testa alla crisi meglio di quelle condotte da uomini. A fronte di un 5% di chiusure di imprese maschili, quelle ‘in rosa’ hanno registrato una flessione del 3.5%”. Pur soffrendo, ha aggiunto la Presidente provinciale di Terziario Donna, le donne stanno fronteggiando le difficoltà con intraprendenza e passione. Un mix vincente che, come emerso da una indagine dell’osservatorio Confcommercio – Censis, dal 2009 al 2013 ha fatto registrare, a livello nazionale, una crescita delle imprese femminili dal 29.8 al 30.1%. “Il peso dell’impresa femminile è passato da un 66.6% a un 69%, con una forte prevalenza del terziario, il settore preferito dalle donne per l’avvio di nuove attività, scelto dal 76% delle nuove imprenditrici”.
Per sostenere le imprese femminili e trasformare la vocazione imprenditoriale delle donne in crescita per l’Intero Paese servono però interventi da parte dello Stato e un diverso atteggiamento da parte degli istituti bancari. “A fine maggio – ha aggiunto Vittoria Poggio – dovrebbe essere siglato un protocollo d’intesa tra la componente femminile di Rete Imprese Italia, l’Abi, Associazione bancaria italiana, e il Ministero dello Sviluppo economico per migliorare le condizioni di accesso al credito a supporto delle imprese femminili. Fondamentale è poi rifinanziare la legge 215. Uno strumento a supporto delle start up ‘in rosa’ da troppo tempo ormai fermo”. Tra le proposte emerse venerdì a Palermo, infine, anche un progetto di legge che preveda uno sgravio fiscale delle spese sostenute dalle imprenditrici per l’aiuto domestico per incrementare la partecipazione delle donne alla vita lavorativa e alla crescita del Paese. “Lo Stato italiano non ha mai dato molto alle donne lavoratrici, a differenza di quanto accade invece in altri Paesi europei. Lo sgravio fiscale, oltre a rafforzare il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, alleggerirebbe anche il compito delle donne, alle prese con un doppio lavoro, a casa e nell’impresa”.