21 Maggio 2014
00:00
Pubblica Amministrazione: CGIL, CISL e UIL replicano al premier Renzi
I sindacati alessandrini del pubblico impiego si preparano a mobilitarsi contro il premier Matteo Renzi. Cgil Cisl e Uil si sono unite in un’aspra critica nei confronti dell’iniziativa del Presidente del Consiglio e delle sue 44 questioni, inserite in una lettera che lo scorso 30 aprile è stata recapitata ai dipendenti della pubblica amministrazione. I sindacati hanno accusato Renzi di “fare sondaggi campagna elettorale, invece di pensare alle cose serie”. Nel comunicato le parti sociali annunciano un periodo di fuoco: “Apriremo una stagione di mobilitazione in tutti i luoghi di lavoro per mettere al corrente i dipendenti pubblici sulla proposte unitarie di riforma della Pubblica Amministrazione e sul congelamento dei salari dei lavoratori dal 2010”. Nella lunga lettera del premier ai lavoratori erano state espressamente richieste “critiche, proposte, suggerimenti o alternative”, scatenando però la forte reazione dei sindacati: “Non presenteremo una lista della spesa, ma un progetto organico che tracci soluzioni concrete per rispondere ai bisogni delle persone. L’innovazione si fa con le idee che vengono da chi lavora ogni giorno al servizio della comunità, non con sondaggi pre-elettorali”. A una proposta, i sindacati rispondono con un’altra proposta, invitando i lavoratori a inviare le proprie valutazioni sui 44 punti della lettera di Renzi all’indirizzo indicato dal Governo, rivoluzione@governo.it, scrivendo “RENZI RINNOVA IL MIO CONTRATTO”. Non convince molto quindi l’ampio discorso proposto dal Presidente del Consiglio, che si poneva come punti cardine quelli dell’innovazione strutturale, il taglio agli sprechi e gli Open Data per favorire la trasparenza. L’uso delle nuove tecnologie, secondo il premier, renderebbe “pubblici e comprensibili i dati di spesa e di processo delle amministrazioni centrali e territoriali, ma anche per semplificare la vita dei cittadini”. A questo hanno replicato i sindacati: “Un pin del cittadino non basta a spiegare quali servizi pubblici, quale sanità, quale previdenza, quale sicurezza , quale welfare locale serva al Paese”. Ora resta da vedere quale sarà l’effettivo riscontro da parte dei lavoratori pubblici, che fino al 30 maggio avranno la possibilità di comunicare le proprie idee, osservazioni e valutazioni al Governo.