21 Giugno 2014
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‘Un peccato chiudere l’asilo Rossini’
L’asilo nido Rossini, al quartiere Orti di Alessandria, chiuderà. Non ha infatti raggiunto il numero sufficiente di iscritti e quindi l’amministrazione ha deciso di dirottare tutto sull’asilo Arcobaleno. Una decisione comunicata mercoledì scorso dallo stesso assessore e dal dirigente dopo aver convocato i genitori. Questa scelta ha rammaricato Luca e Alessandro, genitori di due bimbi che (fino a quest’anno) frequentavano la struttura, rattristati per l’inutilizzabilità, a partire dall’anno prossimo, di una struttura che ha lasciato “incantati per l’enorme giardino (forse sarebbe più appropriato chiamarlo parco?) che circonda l’asilo, per di più situato in una strada molto tranquilla, senza traffico, dove è possibile far scendere in sicurezza i bimbi per farli entrare nella loro prima scuola“.
Luca e Alessandro hanno ancora spiegato: “non è tanto lo spostamento in sé che ci ha colpito e fatto pensare, anche perché in termini di razionalizzazione della spesa l’accorpamento di 2 strutture è una scelta condivisa. Piuttosto è il fatto che si sia deciso di chiudere una sede che ritengo una “perla” dal punto di vista funzionale, della collocazione e della dotazione di un giardino che da solo valorizzerebbe anche una struttura brutta, per spostare i bambini in una struttura collocata in circonvallazione“. Da qui la riflessione finale: “credo che in momenti di crisi, specialmente in un Comune dove è stato dichiarato il dissesto, si debba lavorare di ingegno e puntando alla valorizzazione di ciò che si ha. Il fatto di chiudere (per quanto tempo poi???) una struttura ammirevole, con un giardino che chiunque sognerebbe di avere, invece di sceglierla come fiore all’occhiello dei servizi che il Comune è capace di proporre credo la dica lunga, molto lunga, su quello che ritengo essere un grosso limite nelle impostazioni e nelle scelte che questa Amministrazione sta facendo“.
L’assessore Maria Teresa Gotta, raggiunta da Radio Gold News per dare risposta ai nostri lettori, ha spiegato di comprendere la delusione dei genitori, motivando così le scelte: “io ho sperato fino all’ultimo – ha detto l’assessore – continuando a raccogliere le iscrizioni fino all’ultimo. Ho sperato che i numeri potessero cambiare ma purtroppo non siamo riusciti ad arrivare a comporre due classi e allora abbiamo deciso di procedere con la chiusura (9 conferme e 8 preiscrizioni mentre il numero minimo era di 24 ndr). Visto che la struttura è molto grande e con costi elevati abbiamo quindi scelto di evitare di spendere soldi in più strutture. D’altra parte pochi bambini in un complesso così grande come il Rossini era qualcosa di non positivo anche per i piccoli utenti. Inoltre il servizio offerto non cambierà con il passaggio all’Arcobaleno perché le educatrici rimarranno sempre le stesse. La speranza è che vengano tempi migliori perché vorrà dire che il lavoro ha ritrovato una ripresa e che le condizioni economiche saranno migliorate.”
Luca e Alessandro hanno anche sollevato preoccupazioni però sul futuro prossimo del Rossini e su questo l’assessore ha spiegato: “in questo momento la struttura rimarrà in standby poi si ragionerà. Sicuramente verrà adibita a servizi educativi. Le ipotesi possono essere le più ampie. L’asilo Rossini potrebbe, e sottolineo potrebbe, essere ambito anche da strutture private oppure verranno tempi migliori e magari dal prossimo anno torneranno le iscrizioni. Per fare un esempio al Cristo le richieste sono aumentate in maniera considerevole“.
I genitori però ora dovranno portare i figli all’Arcobaleno scelto dall’amministrazione per “il maggior numero di richieste che ha sempre ottenuto. Ha una posizione logistica importante, è vicino agli ospedali, è un crocevia per chi viene da fuori e parcheggia in quella zona e fra l’altro, dal prossimo anno, riprenderemo l’attività di acquaticità.” Le giustificazioni però non riescono a stemperare la delusione dei genitori che hanno interpellato Radio Gold News anche se l’assessore Gotta confessa di essere altrettanto rammaricata: “lo sono anch’io perché avrei preferito dire che i posti disponibili erano esauriti. Questo avrebbe anche voluto dire che Alessandria era in ripresa. Purtroppo la richiesta della nostra comunità ha dato dei numeri diversi. Per quest’anno l’ipotesi di utilizzo del Rossini non dovrebbe esserci anche perché è bene ricordare che dobbiamo sempre gestire soldi pubblici. Credo che governare anche questi servizi a domanda individuale, per noi essenziali, vuol dire anche razionalizzare le spese in modo oculato nel rispetto di tutta la comunità.”
Insomma Alessandria è ancora in difficoltà e lo sono soprattutto gli alessandrini.