Autore Redazione
martedì
15 Luglio 2014
00:00
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Politica - Alessandria

Rispettare le festività civili e religiose. I commercianti contro le aperture domenicali

Rispettare le festività civili e religiose. I commercianti contro le aperture domenicali

Negozi chiusi per dodici giorni, in occasione delle principali feste civili e religiose. Questo l’obiettivo del disegno di legge al vaglio della Commissione Attività Produttive della Camera dei deputati e presentato nella sede provinciale di Confesercenti dal suo relatore, l’onorevole del Partito Democratico, Angelo Senaldi. Il provvedimento fissa alcuni paletti rispetto la liberalizzazione degli orari fissata dal decreto Salva Italia e offrirebbe la facoltà ai Comuni, esautorati dall’allora Governo Monti, di contemplare sei eccezioni, a seconda delle esigenze dei territori, recuperando il giorno di lavoro con altre domeniche nel corso dell’anno. D’accordo col testo di legge Confesercenti Alessandria, promotrice della campagna Liberaladomenica, con 3 mila firme raccolte solo tra imprenditori e dipendenti del territorio, 150 mila in tutta Italia. Nel confronto tra associazioni, politici e commercianti di questo lunedì, anche il sindaco di Alessandria Rita Rossa ha ricordato la sua ordinanza per sei chiusure delle saracinesche in occasioni di sei festività, firmata con la consapevolezza di abusare del proprio ufficio ma con l’intento di far emergere il punto politico: dal novembre 2011 i Comuni non hanno più voce in capitolo su questo tema. La campagna è stata sottoscritta anche dalle parlamentari europee piemontesi Mercedes Bresso, del Partito Democratico e Tiziana Beghin, Movimento 5 Stelle. Ancora più netta, invece, la posizione della portavoce del comitato “Domenica no grazie Italia” Tiziana D’Andrea: solo una domenica di aperture al mese e chiusura in occasione di tutte le festività. Nato in rete, si tratta di un movimento di circa 15 mila persone. “Questa legge proposta è un contentino” ha ricordato la D’Andrea “il governo non ci ascolta e non ha il coraggio di mettere mano al problema, prettamente politico: salvaguardiamo i centri storici, valorizzando i negozi. Abbiamo più volte chiesto un colloquio al presidente Renzi, ma senza successo.” 

“Non è semplice lavorare e portare avanti una famiglia, lavorando anche durante le domeniche e le festività” ha ricordato a Radio Gold News Hydra Meneghetti, aderente al movimento Domenica No Grazie Italia e lavoratrice della grande distribuzione ad Alessandria, “abbiamo avuto un riscontro positivo anche dai titolari di alcune grandi catene di distribuzione. Secondo me è possibile trovare un punto di sintesi. Ci sono anche casi di alcune mie colleghe costrette a lavorare venti giorni di fila, a causa della mancanza di personale e per la poca possibilità di assumere.” 

“Non si può certo dire che ce lo chiede l’Europa di tenere aperta la domenica” si è sfogato un altro commerciante presente, Simone Lumina, sfiduciato dalla classe politica “visto che solo in Italia c’è questa liberalizzazione di orari.” Il decreto Monti, proseguono da Confeserenti, avrebbe dovuto far aumentare i consumi e le assunzioni, niente di tutto questo. 

La proposta di legge del deputato Senaldi, inoltre, prevederebbe delle agevolazioni per il piccolo commercio, sovvenzioni ai negozi di vicinato fino a 250 metri quadrati nelle città sopra i 10 mila abitanti e quelli sotto i 150 metri quadrati nelle città sotto i cento mila abitanti. 

“Il disegno di legge che ho presentato, in qualità di relatore, è un testo unificato che individua un possibile punto di incontro tra i diversi cinque testi elaborati dai partiti e la proposta di iniziativa popolare promossa da Confesercenti e CEI- ha dichiarato l’On. Angelo Senaldi- Queste giornate di festa, se da un lato rappresentano la cultura e la storia del nostro Paese, dall’altro segnano il recupero del valore dell’unità della famiglia e del diritto del riposo settimanale che, con l’introduzione della deregulation degli orari, sono stati cancellati per i lavoratori del comparto. L’Italia, dopo il decreto Monti, è un caso unico in Europa, perché è diventata il Paese con la possibilità di apertura sui 365 giorni all’anno per 24 ore su 24.”

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