Autore Redazione
martedì
22 Luglio 2014
00:00
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Politica

Cgil, Cisl e Uil a Roma per il finanziamento degli ammortizzatori sociali

Cgil, Cisl e Uil a Roma per il finanziamento degli ammortizzatori sociali

Anche una delegazione di Cgil, Cisl e Uil della provincia questo martedì raggiungerà la Capitale per la manifestazione organizzata dalle Segreterie nazionali per dire ‘no’ al ridimensionamento degli ammortizzatori sociali. Piazza Montecitorio dalle 9 del mattino sarà invasa da lavoratori e rappresentanti sindacali delle regioni del Nord Italia per attirare con forza l’attenzione del Governo sulle decine di migliaia di persone senza copertura degli ammortizzatori in deroga. Un grido di allarme che giovedì, sempre a Roma, verrà poi ribadito anche dai delegati del Centro-Sud Italia.

Il mancato finanziamento dell’ammortizzatore in deroga sta infatti mettendo in ginocchio migliaia di famiglie, in alcuni casi da anche sei mesi in attesa dei pagamenti. Un ritardo “incomprensibile” secondo Cgil, Cisl e Uil, vista la disponibilità di risorse, quantomeno “per dare le prime risposte” in questo 2014. A mandare in fibrillazione le parti sociali è però soprattutto l’annunciata volontà del Governo di sbarrare la porta della cassa integrazione in deroga a diverse categorie di lavoratori, innalzando l’anzianità necessaria e riducendo i periodi di utilizzo dell’ammortizzatore sociale.

Una prospettiva inaccettabile per i sindacati che proprio grazie all’ammortizzatore sociale hanno potuto frenare la catastrofica discesa dei livelli occupazionali nel Paese. La cassa in deroga ha rappresentato un importante “paracadute” hanno sottolineato i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Antonino Paparatto, Alessio Ferraris e Aldo Gregori che il Paese non può permetters di perdere. La crisi occupazionale, hanno aggiunto praticamente ad un’unica voce i segretari provinciali, è infatti tutt’altro che finita. Secondo gli studi portati avanti dalle tre sigle, i prossimi mesi potrebbero addirittura essere i peggiori vissuti fino ad oggi.

L’ultimo campanello d’allarme sarebbe infatti arrivato dai dati sulle ore di cassa integrazione autorizzata dall’Inps nel mese di giugno. Con un totale di 264.079 ore (tra cui 34.594 di ordinaria, 226.122 di straordinaria e 3.363 in deroga) l’alessandrino ha chiuso lo scorso mese con una notevole flessione rispetto al 1.221.359 di ore autorizzate nel mese di maggio 2014. Il calo del 78,38% secondo l’analisi elaborata a livello nazionale dalla Uil avrebbe collocato l’alessandrino all’ottavo posto tra le 10 province italiane con le maggiori diminuzioni di cassa integrazione. Il dato va però preso con “estrema cautela” ha precisato il segretario provinciale Uil, Aldo Gregori. “Il vero segnale su cui noi ci basiamo è la realtà che ci raccontano quotidianamente i lavoratori all’interno delle aziende. Una quotidianità che di certo non ci fa ancora intravedere la luce alla fine del tunnel“. Le richieste di cassa integrazione, ha aggiunto Gregori sono infatti ancora numericamente molto alte. “Sono state le risposte, e quindi le ore autorizzate, ad essere diminuite, senza contare che per avere un quadro reale della crisi in provincia bisogna tenere conto anche di tutte quelle aziende che hanno terminato la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione e che sono oggi passate alla mobilità o al licenziamento dei lavoratori“.

“Cautela” è anche la parola d’ordine in casa Cisl, ha sottolineato il segretario provinciale, Alessio Ferraris. Nei dati forniti dall’Inps a livello nazionale mancano le ore autorizzate per l’industria che statisticamente costituiscono il 75% delle ore di ordinaria. “Il dato anche per la provincia è quindi parziale e comunque, anche al netto della cassa ordinaria nell’industria, rimane comunque preoccupante“. Le 5.615.000 ore autorizzate nei primi sei mesi del 2014 sono infatti  in linea con i numeri registrati nei quattro anni precedenti. “Le ore di ordinaria dell’industria ci porteranno quindi più su, con il rischio concreto che il prossimo sia in realtà il semestre peggiore dall’inizio della crisi”. Dalla fine di agosto, ha concluso il segretario Cisl, molte aziende potrebbero infatti non avere più la possibilità di accedere alla cassa in deroga. 

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