29 Settembre 2014
16:19
Spesa farmaceutica troppo alta in Piemonte. Osservata speciale anche Alessandria
La sanità piemontese torna al centro delle discussioni. L’assessore regionale, Antonio Saitta, infatti ha rimarcato l’eccessiva spesa per la farmaceutica in Piemonte. Secondo Saitta sarebbe una voce ingombrante all’interno del bilancio regionale della sanità, con una percentuale del 15% che significa 1,2 miliardi di euro. Una voce questa, ha spiegato ancora il rappresentante regionale, che ha risentito “per troppo tempo di una costante assenza di controllo”. La Regione quindi continua a figurare come inadempiente nei confronti del Ministero che fin dal 2010 ha dettato regole chiare all’interno del piano di rientro dal debito sanitario.
La farmaceutica si divide in due macro voci di spesa, quella territoriale e quella ospedaliera. Nella prima il Piemonte si comporta a livello nazionale abbastanza bene e deve però rispettare i parametri di taglio imposti dal Piano di rientro, mentre nella seconda voce “siamo tra i peggiori in Italia“.
Per il 2014 il tetto di spesa della farmaceutica territoriale è stato fissato per il Piemonte 827,8 milioni di euro (con una riduzione complessiva del 3.36% rispetto alla spesa dell’anno precedente: nel 2013 la spesa era di 856,6 milioni), di cui 637,8 milioni per la solo spesa farmaceutica convenzionata che quest’anno quindi deve quindi diminuire del 3.2%. Dall’analisi dei flussi di spesa del primo semestre e dalla proiezione fino a fine anno, emerge che in Piemonte troviamo territori che stanno risparmiando come Cuneo, Novara, Biella, Vercelli e Vco, mentre Torino è gravemente inadempiente ed Alessandria e Asti sono inadempienti, ma in lento miglioramento: se non si cambia rotta, a fine anno non solo non avremo raggiunto l’obiettivo di spendere solo 827.8 milioni di euro per la farmaceutica territoriale, ma lo avremo superato di almeno 20 milioni di euro.
La spesa della farmaceutica ospedaliera, sempre per l’anno 2014, ha un tetto di spesa pari a 390 milioni di euro (con una riduzione complessiva del 4.2% rispetto alla spesa dell’anno precedente: nel 2013 è stata di 407,2 milioni). Qui la situazione è difficile, perché il nostro trend di spesa è tra i più alti d’Italia (peggio di noi fa solo la Puglia).
Questa voce è difficile da controllare – ha precisato ancora Saitta – perché le Asl e le aziende ospedaliere finora non hanno mai collaborato nella diffusione dei dati: di fatto mancava quasi completamente il rendiconto della spesa farmaceutica ospedaliera e quindi non si potevano esercitare controlli, ma soprattutto nessuno all’interno degli ospedali aveva chiari questi dati.
Per l’anno in corso invece di restare nel tetto di spesa di 390 milioni di euro, quasi certamente arriveremo a 415 milioni. Le aziende che avrebbero dovuto tagliare maggiormente questa voce erano principalmente le sedi universitarie (Novara e Torino) ma anche Asti, Vercelli e Vco.
Per ridurre le spese la regione vuole ora adottare la ‘Procedura file F‘. “Si tratta di un tracciato che contiene le informazioni relative alla fornitura e somministrazione di un farmaco ad un paziente da parte di una struttura ospedaliera o territoriale e che permette la compensazione del costo con l’Asl di residenza del paziente. Si tratta di uno strumento che consente di tracciare la filiera di un farmaco, garantendo al paziente la continuità della cura e all’azienda il riconoscimento delle spese sostenute, una maggiore appropriatezza nei consumi e quindi, per alcune tipologie di farmaco, un risparmio sulla spesa farmaceutica convenzionata”.