9 Ottobre 2014
15:44
Addio alla vecchia Provincia. Filippi: “tutto quello che potevo fare l’ho fatto”
“Il bilancio è positivo perché è stato approvato il bilancio 2014“. Con questa espressione Paolo Filippi, Presidente uscente della Provincia, ha commentato la chiusura del suo percorso a Palazzo Ghilini. “Mercoledì ho approvato il bilancio per il 2014 e non è una banalità – ha spiegato Filippi. La provincia di Biella è in dissesto, quella di Asti non riesce a fronteggiare i tagli di Governo mentre la provincia di Torino ha dichiarato che avrà difficoltà nel togliere la neve. Quindi il risultato di aver approvato il bilancio è qualcosa di straordinario perché consente a chi governa di avere un grave problema in meno“.
Il bilancio preventivo ha trovato il pareggio su una cifra di circa 149 milioni. Il risultato, ha spiegato Filippi, è stato conseguito “nonostante il pesante taglio di trasferimenti“. Il pareggio è arrivato perché anche quest’anno la spesa personale è diminuita e diminuirà ulteriormente nei prossimi con un beneficio di un milione di euro. In più è calata la spesa per gli interessi di 800 mila euro. Il fiato al bilancio è stato dato dall’entrata in vigore del progetto Lince, il sistema che individuerà le auto non assicurate e revisionate. Secondo la Provincia arriveranno entrate per circa un milione e 600 mila euro, cui si aggiungeranno anche le entrate dalle multe sebbene la cifra prevista sia stata ridotta di 3 milioni.
La Provincia, ha aggiunto Filippi, “non ha speso nulla quest’anno se non le spese ordinarie” e al contempo sono state dismesse le partecipazioni in tutte le società tranne quelle in Slala e Isral.
Il patto di stabilità inoltre “pareggerà definitivamente nel momento in cui, nei tre mesi che mancano alla fine della gestione annuale, la Regione ci darà 7 milioni di pagamenti per opere degli anni 2002-2004“.
Proprio sull’aspetto finanziario è partito l’affondo di Filippi: “la riforma delle Province è in grave ritardo, tranne che per i tagli“. Di conseguenza il bilancio di parte corrente è passato da 115 milioni a 84 milioni “tutto questo mentre le mansioni sono rimaste invariate, a cominciare dalla gestione di 2.200 km di strade, dei 31 edifici, oltre ai tremila alunni in più rispetto all’avvio del mandato”.
Filippi ha elencato poi i notevoli sforzi compiuti dall’ente in due settori chiave e vicini ai cittadini, un richiamo per testimoniare la centralità del ruolo della Provincia e le incombenze difficili che ora dovranno essere gestite dalla nuova Provincia in attesa di un probabile e radicale smantellamento. Tra le opere citate le quattro corsie della strada tra Spinetta Marengo e Alessandria “che fino a 7 anni fa per arrivare a Spinetta ci volevano 40 minuti. Quella è stata l’opera simbolo dei 10 anni della Provincia di Alessandria. Poi abbiamo ridotto la giunta da 10 a 6 e abbiamo cercato di svolgere il lavoro al meglio, anche in altri settori chiave: abbiamo fatto scuole nuove, come il polo scolastico di Ovada, in un periodo in cui in Italia gli istituti scolastici vengono ignorati da molti anni. Inoltre siamo stati tra i primi in Italia ad aver applicato l’anticipo della cassa integrazione“. Infine con orgoglio Filippi ha ricordato la conferma del centrosinistra nel 2009 mentre “in tutta Italia solo in tre province la sinistra è riuscita a vincere“.
Tra le questioni spinose l’ex Presidente ha risposto alla domanda su Energia e Territorio, al centro anche della trasmissione Ballarò, su Rai Tre, la settimana passata: “Et è un altro di quei casi finito in mezzo ai tagli. Noi abbiamo investito sulla banda larga, abbiamo garantito un mutuo per garantire le infrastrutture e poi siamo finiti in mezzo alla crisi anche lì. Adesso c’è un liquidatore e ci saranno dei tempi da rispettare come è normale che sia. Ci sarà un liquidatore che credo cercherà di vendere la rete. In merito alla fideiussione è stata fatta con regolare delibera provinciale e quindi sulla regolarità degli atti credo non ci sia nulla da eccepire“.
A chiudere ogni discorso la stoccata a qquanti hanno caldeggiato il depauperamento dell’ente Provincia: “speriamo che la spinta dei sindaci, specialmente delle grandi città metropolitane, volta a smantellare le Province sia uguale anche adesso per riuscire a farsi dare le risorse e gestire i servizi. Il mio rammarico è che una istituzione ultracentenaria, nata prima dell’unità d’Italia, sia stata trattata come la causa di tutti i mali, ma ‘il grasso che cola’ per citare una frase storica del presidente del consiglio non alberga nelle amministrazioni locali. Quando lascerò Palazzo Ghilini penserò che tutto quello che potevo fare l’ho fatto“.
Domenica si andrà al voto. Saranno 3.135 gli aventi diritto. Il nuovo presidente della Provincia si conoscerà lunedì per essere poi proclamato martedì.