20 Ottobre 2014
16:23
Palazzetti sui profughi a Casale: “non sono un costo, anzi”
I profughi a Casale non sono un costo anzi. Titti Palazzetti, sindaco della città monferrina ha chiarito la sua posizione in una uscita pubblica di alcuni giorni fa.
“Chiunque di noi si trovasse nella loro situazione, vorrebbe ricevere l’accoglienza che questa città, come da sua storia e tradizione, sta offrendo in questi mesi. Un’accoglienza che non ha costi per il Comune, anzi“. Il primo cittadino ha sottolineato l’importante e fondamentale lavoro che il mondo del volontariato casalese sta mettendo in campo per garantire un soggiorno dignitoso a queste persone in fuga da guerre o situazioni che compromettono la loro vita.
Attualmente a Casale Monferrato sono presenti 47 profughi di origine africana e grazie a una convenzione tra la Prefettura e la cooperativa Senape, sono ospitati in case di privati, i quali percepiscono regolare affitto. “Il Comune di Casale quindi non sostiene alcun costo, né diretto né indiretto. Dopo la dovuta comunicazione all’allora sindaco Giorgio Demezzi, infatti, la Prefettura nel mese di marzo ha stipulato un accordo con la cooperativa Senape, la quale, con fondi europei stanziati tramite il Ministero dell’Interno, si occupa delle spese di vitto e alloggio. Oltre tutto il Comune non ha a disposizione spazi per poterli ospitare: le caserme, per esempio, sono tutte inutilizzabili, sia la nostra ex Mameli sia la Bixio e le Casermette, che per altro sono del Demanio“. I profughi, inoltre, sono in attesa di veder riconosciuto l’eventuale status di rifugiato, che permetterà loro di ricevere i documenti necessari per poter iniziare a lavorare o a lasciare la città: “fino ad allora – ha spiegato Titti Palazzetti – non possono, per legge, svolgere alcuna attività lavorativa. Questo, però, non impedisce loro di essere impiegati nel volontariato, quindi senza retribuzione, o di seguire un interessante percorso con il Cpia di Casale Monferrato, per imparare la lingua italiana“.
“I 47 profughi presenti in città non gravano un solo centesimo sulle casse comunali, non tolgono lavoro perché non possono essere occupati, non vivono in alcun immobile pubblico, ma stanno portando soldi in città per gli affitti, il vitto e l’abbigliamento. Come Amministrazione comunale – ha concluso il sindaco – in accordo con i Sindaci dei paesi del Monferrato interessati alla stessa operazione di accoglienza, ci adopereremo a fianco del volontariato per far fronte alle esigenze del momento”.