Autore Redazione
giovedì
20 Novembre 2014
00:15
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Politica - Alessandria

Approvata in giunta la revisione della rete ospedaliera in Piemonte

Approvata in giunta la revisione della rete ospedaliera in Piemonte

La Giunta Regionale ha approvato mercoledì la revisione della rete ospedaliera del Piemonte, un atto indispensabile per tornare a programmare l’offerta sanitaria pubblica e privata come non si faceva da troppo tempo” ha dichiarato il governatore Sergio Chiamparino. Il presidente del Piemonte ha sottolineato come sia stata avviato “un percorso che entro il 2017 consentirà di mettere in movimento risorse importanti per almeno 400 milioni di euro destinate anche all’edilizia sanitaria e soprattutto a rafforzare in modo considerevole l’assistenza territoriale e domiciliare”.

Per l’alessandrino l’Ospedale Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria resterà la struttura principale, il cosiddetto hub, con tutte le specialità. Gli ospedali di Novi Ligure e Asti saranno i Dea di primo livello, così come Casale, anche se per la città monferrina sarà da valutare il mantenimento del DEA di I livello entro il 31/12/2015. I presidi di Acqui e Tortona sono stati declassati a ospedale di base, senza reparti come Cardiologia e la Rianimazione e punto nascite. Ovada, infine, sarà considerato ospedale in area disagiata, con pronto soccorso, medicina e chirurgia ambulatoriale. 

“Per i cittadini non ci saranno rivoluzioni, la revisione della rete ospedaliera pubblica non comporta alcun disservizio per gli utenti, anzi” ha dichiarato l’assessore Antonio Saittanei prossimi due anni porterà ad un reale aumento di efficienza nei reparti. Oggi le strutture complesse attive negli ospedali pubblici del Piemonte sono 842, con una frammentazione eccessiva di personale e con una produzione che troppo spesso non raggiunge i volumi necessari per garantire parametri di sicurezza agli ammalati” sottolinea Saitta che spiega come l’accorpamento li porterà entro i prossimi due anni ad avere solo 668; nelle strutture private le strutture complesse sono 185 e diventeranno 148. “Non ci saranno né licenziamenti, né riduzioni di personale: a partire dal 2015 ci saranno invece incrementi di personale medico ed infermieristico. La nostra programmazione serve a valorizzare le numerose eccellenze della nostra sanità, ma soprattutto a garantire ai piemontesi un servizio sanitario che fermi l’emorragia di mobilità passiva verso altre Regioni”.
I cittadini, ha concluso Saitta, non assisteranno ad una riduzione di posti letto nelle strutture bensì ad una diversa distribuzione che comporterà un aumento importante di posti letto di continuità assistenziale sull’intero territorio: ne abbiamo indicati in delibera ben 1330 in più. 

“Saitta e Chiamparino hanno deciso di declassare gli ospedali di Acqui Terme e Tortona; ma dal 2016 potrebbe subire la stessa sorte anche il presidio di Casale Monferrato, comune in cui, più che altrove, sarebbe necessario concentrare gli sforzi anche alla luce dell’emergenza amianto” hanno dichiarato i consiglieri del Movimento 5 Stelle Davide Bono e l’acquese Paolo Mighetti “Restano oscuri i motivi che hanno portato al ridimensionamento di Acqui ed in particolare di Tortona senza addurre alcuna motivazione rispetto ad un presidio del tutto simile come quello di Novi Ligure. Il quadrante di Asti – Alessandria, con ben 660 mila abitanti, ben presto potrà contare su un solo HUB e due spoke quando entrambe le province avrebbero potenzialmente diritto ad un terzo spoke, ovvero l’ospedale di Casale Monferrato”.

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