20 Novembre 2014
15:06
Processo Eternit: le reazioni alla sentenza della Cassazione
«La sentenza della Cassazione sul processo Eternit è una ferita per i famigliari delle vittime, ma deve esserlo anche per le coscienze di tutti noi”. Questo il commento di Don Luigi Ciotti, Presidente Nazionale di Gruppo Abele e Libera “Non può esserci una dissonanza tale tra l’applicazione della legge e l’affermazione della giustizia! Non è mia intenzione, sia chiaro, giudicare il lavoro dei magistrati, che spesso non posso fare altro che applicare puntualmente le leggi. Mi chiedo però che leggi siano quelle che ammettono la prescrizione per reati gravi, tali da configurarsi come una vera e propria strage, e i cui effetti si protraggono oltre i tempi stabiliti per la loro punibilità.
Come può cadere in prescrizione la ricerca di verità e la speranza di giustizia? Come può essere prescritta la responsabilità? Meccanismi di questo genere mettono in discussione il principio dell’uguaglianza di fronte alla legge, dunque la legge stessa, perché chi è ricco e potente troverà sempre modo, attraverso abili strategie difensive, di allungare i tempi dei processi e arrivare a un’ingiusta impunità.
Nel nostro Paese troppe sono le stragi avvolte nel mistero, le morti non rischiarate da una luce di verità, da un atto di giustizia. La sentenza Eternit si aggiunge al triste elenco, con l’aggravante che in questo caso erano state accertate le responsabilità e c’erano tutti gli strumenti per affermare la giustizia.
Per questo non possiamo limitarci all’indignazione. Quelle morti – e il dolore dei famigliari – ci chiedono molto di più. Ci chiedono l’impegno per costruire condizioni di maggiore uguaglianza sociale, cioè di maggiore tutela della dignità delle persone, la dignità dimostrata dal Comune di Casale nel rifiutare a suo tempo il risarcimento milionario dell’imputato. Ci chiedono di fare di quella dignità il principio saldo e non negoziabile di una giustizia ancora fragile, di una democrazia ancora incompiuta».
Tanti anche gli esponenti della politica e del tessuto sociale del territorio che hanno commento la sentenza shock della Cassazione che ha prescritto il reato di disastro ambientale doloso.
Così si è pronunciata la sezione di Sinistra Ecologia e Libertà di Casale Monferrato: “Abbiamo sentito a lungo rassicurazioni sul valore delle parole “diritto” ed “equità delle leggi”, ma come reagire quando il diritto non difende la giustizia, ma i massacri e lo stupro del nostro ambiente?
Questa è la domanda che non solo come SEL, ma come cittadini, oggi ci poniamo. La sentenza pronunciata ieri dalla Suprema Corte di Cassazione annulla senza rinvio, dichiarando prescritto il reato, la condanna per Stephan Schmidheiny nel processo Eternit, annullando anche i risarcimenti per le vittime.
Con questo atto, oltre 20 anni di impegno e lotta di tutti, siano essi amministratori o cittadini, malati o sani, vittime o spettatori, sono stati cancellati lasciando a coloro che vivono tra le scorie dell’Eternit solo morte, dolore e un grande senso di abbandono da parte delle istituzioni.
Questa lotta è iniziata a Casale Monferrato prima ancora che venissero varate leggi contro l’amianto e la nazione tutta prendesse coscienza di quella che era la mortale nube grigia che il magnate svizzero riversava sulle nostre terre e non può morire a Roma per una sentenza che tutela il patrimonio e non la giustizia.
Chiediamo quindi uno sforzo a tutti i cittadini, sotto l’egida della volontà di giustizia per quello che è un disastro ambientale di portata mondiale, affinché si uniscano alla nostra lotta. Questa decisione non ha distrutto solo una terra, ma vanificherà ogni futura rivendicazione nei confronti di coloro che hanno compiuto disastri ambientali causando morte e distruzione e che potranno avvalersi di questo precedente per essere prosciolti.
Noi non staremo silenziosi, ma pretenderemo posizioni forti e nette del Governo e di coloro che avrebbero dovuto tutelarci e hanno permesso che la giustizia ci venisse negata. Siamo stanchi di promesse e rassicurazioni, ora vogliamo che le tante parole spese divengano fatti! Fatti per porre lenimento alle morti! Fatti per porre argine al dilagare di una morte silenziosa e viscida! Fatti per riacquistare fiducia in un diritto che persegua la giustizia!
Invitiamo quindi tutti a partecipare all’assemblea pubblica indetta da aFeVa venerdì 21/11 alle ore 17.15 al Salone Tartara di piazza Castello a Casale Monferrato, primo di una serie di eventi che dovranno continuare fino ad una risposta adeguata alla violenza con cui la nostra terra è stata ingiuriata”.
Così le segreterie provinciali del Partito Democratico e dei Giovani Democratici: “In questo Paese si ragiona molto spesso sull’equilibrio dei poteri dello Stato; quando si parla di magistratura il potere viene persino filtrato in maniera triplice. Quando si arriva al massimo organo della giurisdizione ordinaria come la Corte di Cassazione ci si aspetta una scelta, che non sia solo tale, bensì che rappresenti nel più efficace dei modi quella parità sui piatti della bilancia più sensibile di tutte, la giustizia. Garante prima di questo equilibrio è la legge, questa forza che si sostanzia nel dovere di tutelare e proteggere i cittadini che ogni giorno si impegnano a rispettarla. E protegge, in un certo senso, anche chi non la rispetta, sottraendo i delinquenti alla mercé della piazza. Nella nostra provincia, Casale Monferrato e il casalese in particolare, hanno guardato ai pesi di quella bilancia per più di un ventennio per arrivare ora a scoprire, al netto di molte vittime, con sconcerto e, consentiteci, un riprovevole sentimento di nausea, un istituto giuridico come la prescrizione, che schernisce migliaia di persone e non si mischia al dolore bensì passa indifferente e gelida.
Ora aspettiamo il deposito delle motivazioni della Suprema Corte ma, come afferma il Procuratore torinese Guariniello, pare molto grave che il reato non sia stato inteso come un evento che si sviluppa nel tempo: così la sentenza potrebbe aprire scenari inquietanti nei quali, a esempio, nessun fattore cancerogeno diventerebbe mai causa di disastro.
Il nostro gruppo di parlamentari del territorio, i nostri consiglieri regionali, gli amministratori e tutti i militanti della nostra provincia continueranno a essere, come è già da tempo, vicini e, in alcuni casi, interessati direttamente a questa battaglia che sta sempre più prendendo un carattere surreale.”
“Non c’è giustizia senza diritto, ma neanche può esservi davvero diritto senza giustizia. Opporre giustizia a diritto, o diritto a giustizia mi è sempre parso poco saggio, e comunque non consono ad uno Stato costituzionale di diritto degno di questo nome. Nella mia attuale posizione ho l’ovvio dovere di ponderare le mie valutazioni sulle singole decisioni dei magistrati. Ma non posso tacere la straordinaria sofferenza che questa decisione mi ha provocato. Vorrei però dire a quanti hanno condiviso e condividono la lunga battaglia contro l’amianto che essa continua, e continua in almeno tre forme.” Così Renato Balduzzi, già Ministro della salute del Governo Monti e oggi componente del Consiglio superiore della Magistratura.“In primo luogo – prosegue il prof. Balduzzi – la prescrizione fa cessare la possibilità dell’ordinamento di punire le condotte dell’imputato, ma non cancella il fatto di disastro accertato da due pronunce di merito e soprattutto non cancella le gigantesche conseguenze dannose per intere comunità locali, territori, persone. L’applicazione al particolare caso amianto delle regole sulla prescrizione configura allora un vero e proprio diniego di giustizia rilevante ai sensi della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo. La decisione di ultimo grado, interpretando il codice penale così da consentire alla prescrizione di operare per fatti come quello dell’Eternit, ha negato giustizia ai singoli danneggiati, i quali potrebbero chiamare lo Stato a rispondere per questo ulteriore danno subito”.“In secondo luogo – aggiunge l’ex ministro – c’è da chiedersi se lo Stato stesso non possa valutare di agire in autotutela e, anziché aspettare di essere condannato per aver negato giustizia ai suoi cittadini, anticipare un meccanismo di indennizzi alle persone offese che nel processo Eternit hanno chiesto di tenere insieme diritto e giustizia. In terzo luogo solo dalla lettura delle motivazioni sarà possibile capire se è quali effetti la decisione della Cassazione possa avere rispetto al processo Eternit 2. Come ha saggiamente avvertito il procuratore Guariniello, la battaglia giuridica, morale e civile continua”.
“Come è possibile che alla fine del processo Eternit cada la prescrizione sulle sofferenze delle vittime, sul dolore dei famigliari, sulla la fatica e il valore della lotta all’amianto?” le parole dell’onorevole casalese del Pd, Fabio Lavagno “Le sentenze si rispettano, non è detto che si comprendano, pertanto ci limitiamo aconsiderare che si è perfettamente dato ragione al principio del PG Iacoviello secondo cui giustizia e diritto non coincidono. Per chi crede nella difesa di leggi e istituzioni, da oggi sarà ancora più difficile la propria azione. Occorre essere estremamente vicini alla costernazione dei famigliari, delle associazioni e di tutti i cittadini che hanno creduto sino all’ultimo in questa battaglia processuale.”
“Nel rispetto delle decisioni della magistratura, le sentenze fatte in punta di diritto non rendono giustizia ad una città e alle vittime dell’amianto che ci sono state in questi anni e che ci saranno nei prossimi anni” ha dichiarato l’onorevole casalese del Pd Cristina Bargero “Il nostro compito di parlamentari è quello di modificare i termini di prescrizione per i reati ambientali e di disastro ambientale quanto prima. Da questa vicenda usciamo convinti che gli anni di battaglie che abbiamo alle spalle non sono prescritti e che continueremo la nostra lotta contro l’amianto”.
“Reato prescritto, condanna data e rincarata nei primi due gradi di giudizio, ora cancellata! E il disastro ambientale permanente? E la causa di rischio permanente per la salute umana? Come mai allora siamo sito di interesse nazionale per la bonifica dall’amianto?” ha dichiarato l’assessore all’Ambiente di Casale Luca Gioanola “Cosa stiamo bonificando e continuamente progettando di bonificare se intanto dal 1986 non c’è più pericolo?! E chi non ce l’ha fatta e chi sta oggi lottando con la malattia? A cosa era ed è tutt’oggi correlata, se non all’amianto fatto e venduto consapevolmente dalla eternit? Cosa stiamo continuamente bonificando, se non i manufatti di amianto fatti e venduti consapevolmente dalla eternit? Tutte Queste cose e molto altro ancora, non sono e non saranno mai prescritte e cancellate! NOI NON CI STIAMO! Continueremo a lottare”.
“Il nostro risveglio oggi è stato di grande amarezza – commenta Germano Patrucco, responsabile Cia per Casale Monferrato -; ci sentiamo coinvolti come imprenditori agricoli e come cittadini. Ognuno di noi, in città, ha subito un lutto familiare o di un conoscente a causa del mesotelioma e il verdetto della Cassazione ci ha spiazzato. Possibile che nei gradi di giudizio precedente non sia emersa la prescrizione?“. Continua Patrucco: “Come mondo agricolo ci sentiamo fortemente coinvolti nel disastro Eternit in quanto la maggior parte delle nostre strutture aziendali sono datate e le loro coperture sono da bonificare, ma non siamo in grado di provvedere da soli alla loro sostituzione a causa dei costi. A Casale è stato censito un milione di metri quadrati da eliminare e il costo dell‘operazione è stimato in 70-100 euro al metro quadrato. Le nostre cascine hanno migliaia di metri quadri da sostituire, ci troviamo in una situazione di estrema difficoltà“.
Anche la città di Valenza ha dichiarato il lutto cittadino per questo giovedì e ha espresso “la più totale solidarietà alla Città di Casale Monferrato, alle vittime dell’amianto, ed ai loro familiari che, da anni, con coraggio e grande forza d’animo, proseguono nella giusta battaglia tesa solo ad ottenere giustizia. E che oggi, in modo francamente poco comprensibile, vedono vanificati i loro sforzi. Per questa ragione, e per il rispetto doveroso che si deve alle numerose vittime che l’amianto ha mietuto in tutto il Paese, anche la Città di Valenza si unisce alla Città di Casale Monferrato nella proclamazione, per la data odierna, di una giornata di lutto cittadino. L‘intera Città di Valenza, pur net rispetto istituzionale delle sentenze, si sente profondamente colpita dall’annullamento delle condanne di primo e secondo grado relative al processo Eternit, e soprattutto dalle incredibili motivazioni che avrebbero portato alla prescrizione del reato.”