1 Dicembre 2014
08:18
Addio a Riccardo Coppo, ex sindaco di Casale e autore della prima ordinanza contro l’amianto
CASALE MONFERRATO – È mancato nella notte Riccardo Coppo. Aveva 69 anni ed era stato il sindaco di Casale Monferrato. Il suo nome è legato indissolubilmente con l’ordinanza che vietò la lavorazione dell’amianto in città nel 1987. Il suo fu senza dubbio un atto coraggioso e non facile da assumere. Quella sua decisione spianò le porte alla lotta all’amianto nella città casalese.
L’ordinanza fu adottata il 2 dicembre 1987. il documento vietò l’impiego di lastre di cemento-amianto e di altri manufatti di amianto nelle costruzioni di qualsiasi genere nell’ambito del territorio comunale. Il divieto viene esteso anche ai manufatti già costruiti e vengono indicate precise norme tecnico-sanitarie per le attività di rimozione, bonifica e smantellamento. L’ordinanza pose la parola fine all’attività dell’azienda Eternit che aveva già chiuso i battenti nel 1986, ma era sul punto di riprendere la produzione delle lastre di fibro-cemento.
L’ex sindaco fu anche autore di una lettera inviata a Stephan Schmidheny nel 1985 in cui si chiedeva conto della lavorazione della fibra killer a fronte delle continue notizie allarmanti. Quella lettera, raccontò Riccardo Coppo nel processo Eternit a Torino, a sua memoria no ricevette risposta.
Riccardo Coppo fece parte dei Democristiani e dei Popolari e continuò a ricoprire diversi ruoli in politica.
Lascia la moglie e due figli. Domani, martedì 2 dicembre, sarà allestita la camera ardente nella Sala consiliare del Comune di Casale Monferrato dalle ore 9,30 alle ore 19,30. Il rosario sarà recitato martedì alle 21,00 nella chiesa dello Spirito Santo e il rito funebre si svolgerà mercoledì 3 nella cattedrale di Sant’Evasio alle ì 10,00.
AGGIORNAMENTO: Il sindaco Titti Palazzetti, a nome dell’intera Giunta, e il presidente del Consiglio comunale Davide Sandalo, a nome del Consiglio comunale, hanno voluto esprimere il cordoglio alla famiglia di Riccardo Coppo, mancato questa notte: “Con Riccardo Coppo scompare un uomo che ha svolto un ruolo particolarmente significativo nella nostra città: è stato Sindaco negli anni difficili, ha saputo prendere decisioni coraggiose che si sono rivelate fondamentali per lo sviluppo culturale, civile ed economico per la nostra città, contribuendo a caratterizzarne l’identità con profondo senso civico“.
Eletto Consigliere comunale per la prima volta nel 1970 nelle fila della Democrazia Cristiana, negli anni ha ricoperto le più alte cariche istituzionali, fino a diventare Sindaco di Casale Monferrato, per la prima volta, dal 7 dicembre 1984 al 12 gennaio 1988. Carica che ricoprirà ancora per due legislature: dal 27 giugno 1990 al 27 giugno 1999.
Negli anni ha anche ricoperto più volte la carica di Assessore: dal 1974 al 1975, dal 1982 al 1984 e dal 2004 al 2009, con la delega all’Urbanistica.
Riccardo Coppo è stato anche il Sindaco che il 2 dicembre 1987 firmò l’ordinanza che vietò l’uso di cemento-amianto nel territorio comunale: “In questi giorni – ricordano ancora il sindaco Palazzetti e il presidente Sandalo – il suo nome è ricorso spesso nei nostri discorsi e nelle trasmissioni televisive come il Sindaco che ha portato alla chiusura dello stabilimento dell’Eternit, ha iniziato la bonifica e ha sostenuto la città nella ricerca della giustizia. Un esempio di coraggio e determinazione. È stato il Sindaco di tutti e ricorderemo sempre la sua energia e il suo sorriso gioviale”.
Addolorato per la perdita di Riccardo Coppo anche l’onorevole del Pd, Fabio Lavagno: “L’impegno pubblico di Riccardo Coppo è stato estremamente importante nella storia politica e amministrativa di Casale e del Monferrato. Riccardorappresentava e rappresenterà a lungo per il suo operato un significativo riferimento di questo territorio. La sua figura rimane legata, nei miei ricordi, almeno della prima giovinezza, alla figura stessa di Sindaco, ruolo che ha ricoperto negli anni ottanta e novanta, periodo in cui si modificò radicalmente il profilo di questa carica istituzionale, riuscendo adessere interprete di una politica autorevole e coraggiosa anche in momenti difficili per la vita della città. La sua cadenza monferrina nel parlare, così come l’attenzione alla civiltà contadina, lo legavano strettamente al nostro territorio, di cui non perdeva occasione per ribadirne l’importanza. Dialogante nel confronto, quanto fermo e rigoroso nelle proprie convinzioni, pretendeva dalla politica un tratto di scientificità che non si slegava, però, da un’autentica passione. In questo momento in cui la sua perdita coinvolge l’intera comunità, il pensiero e l’affetto di tutti deve essere rivolto ai famigliari che stanno affrontando questo doloroso lutto”.
Un“commosso ricordo“ è anche quello inviato in redazione da Renato Balduzzi, membro del Consiglio Superiore della Magistratura.”Ci sono persone pensando alle quali consideri un dono provvidenziale e un privilegio averle conosciute e aver goduto della loro amicizia. Riccardo Coppo è fra queste.
Non riesco a fissare con esattezza il momento preciso di nascita della nostra vicinanza, tanto mi pare di averlo conosciuto da sempre.
Si era all’inizio degli anni Settanta, tra noi giovani alessandrini di Azione cattolica e quelli casalesi frequenti erano le occasioni di incontro, e fu attraverso comuni amici di Casale che sentii per la prima volta parlare di Riccardo. Di dieci anni più grande di me, era già una presenza nel laicato cattolico e nella militanza all’interno della sinistra democratico-cristiana. Da allora, siamo sempre stati reciprocamente partecipi degli impegni e delle battaglie di ciascuno, sino alle più recenti: le persone che in provincia di Alessandria hanno condiviso e condividono il progetto “civico” sanno bene l’importanza dei suoi interventi e della sua passione per dare uno sbocco a una discussione rimasta incompiuta, per indicare la soluzione più onesta e corretta, per incitare a comportamenti coraggiosi, per tenere sempre insieme piano locale e livello nazionale. In questa sintesi c’è tutto Riccardo: la sua lucidità di analisi, la sua probità e disinteresse personale, l’amore della verità con la maiuscola e con la minuscola, il suo essere casalese e monferrino a tutto tondo (percepibile dal modo stesso di parlare e dall’amore per la sua terra, per i vigneti e per le colline, per la tradizione familiare di produzione del “suo” vino), senza però chiudersi in una logica ristretta di campanile e di territorio.
Del suo coraggio diranno in molti, a partire dalla scelta, come sindaco nel 1987, di proibire con ordinanza l’utilizzazione di materiali contenenti amianto nella città di Casale Monferrato. Si può individuare il nucleo di questa sua serenità dinamica, della passione e della gioia che sapeva trasmettere?
Forse si. Riccardo Coppo non ha mai agito nella politica e nell’amministrazione come un isolato, come un “io”, ma sempre come un “noi”.
A fronte di una decisione da prendere o di una posizione da assumere, il suo approccio, che coniugava umiltà e intelligenza delle dinamiche territoriali, era sempre il medesimo: ne parlo prima con gli amici. Chi lo ha frequentato sa quanto davvero forte e costante sia stata la sua preoccupazione (condivisa nel tempo con almeno un altro Riccardo, con Paolo anch’egli prematuramente mancato e con molti altri suoi compagni di percorso umano, amministrativo e politico) di non rompere l’unità di riflessione e di azione degli “amici”, sempre però in una logica che non è mai stata quella del gruppo di potere oligarchico e meno che mai del clan.
Una persona vera e in pienezza, coerente e fedele nell’impegno pubblico come nella vita di coppia con Lilia e di famiglia come padre e nonno, secondo uno stile e un modello che appare oggi, per molteplici cause, sempre più difficile da incarnare e praticare, ma che, fors’anche per questo, conserva tutto il suo fascino e significato individuale e collettivo. L’ultimo ricordo, l’ultima sua “lezione” (ma lui sorriderebbe se mi sentisse chiamarla così) qualche mese fa, prima che l’aggravarsi della malattia sottraesse la consuetudine di incontrarci. A me che gli rappresentavo, anche con un po’ di stupore, il dubbio sulla sincerità delle rassicurazioni circa un certo percorso politico-amministrativo fattegli da persone e mondi che in passato, con metodi e stili anche gravemente scorretti, gli avevano in più occasioni sbarrato la strada, rispose con il consueto, intelligente candore: vedi, Renato, quello che è stato è stato, non sono capace di serbare rancore.
Anche per questo ti diciamo grazie, professor Riccardo Coppo”