30 Gennaio 2020
16:39
Sanremo: contro Amadeus anche la Consulta Pari Opportunità di Alessandria
ALESSANDRIA – A pochi giorni dall’inizio del Festival di Sanremo anche la Consulta Comunale Pari Opportunità di Alessandria si scaglia contro il direttore artistico Amadeus. Nell’ordine del giorno adottato nell’ultima seduta di martedì, infatti, le Consultrici hanno messo nel mirino le dichiarazioni del celebre conduttore riguardo una delle co-conduttrici, Francesca Sofia Novello, lodata per la sua capacità di saper stare “un passo indietro“, rispetto al suo fidanzato Valentino Rossi.
La Consulta parla di “linguaggio sessista” e ritiene “imbarazzate l’assoluto silenzio, la non reazione da parte delle stesse co-conduttrici, tra cui figurano stimate professioniste dell’informazione, dalle quali ci si attendeva la dissociazione verso parole inqualificabili”.
Lo stesso Amadeus aveva poi specificato il significato della sua frase, riferito “alla scelta della modella di stare fuori da riflettori e non “cavalcare” tanta popolarità che l’essere fidanzata di Rossi se avrebbe potuto portare. Lei invece Francesca ha scelto di essere più discreta, di rimanere più defilata” aveva precisato Amadeus.
La Consulta Pari Opportunità ha anche criticato la direzione artistica per la scelta di inserire tra i cantanti in gara anche l’artista Junior Cally, “i cui testi delle canzoni” hanno sottolineato le consultrici, “sono pieni di volgarità, provocazioni, istigazione alla violenza sulle donne, sessismo e misoginia“. Per questo la Consulta ha chiesto l’esclusione dalla gara del rapper: “Esprimiamo il nostro biasimo e indignazione: la libertà di parola e di pensiero non può ledere il diritto e la dignità di qualcuno/a. Appare evidente che la direzione artistica del Festival di Sanremo 2020, esternando messaggi che promuovono un modello diseducativo, sia in palese contrasto con i principi generali della RAI che, quale TV di Stato, è tenuta a promuovere la parità di genere, il superamento della rappresentazione stereotipata delle donne, il contrasto a ogni forma di violenza”.
Le Consultrici hanno richiamato la società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo italiano “a riaffermare i principi generali a sostegno del superamento degli stereotipi di genere, al fine di promuovere la parità e il rispetto dell’immagine e della dignità della donna anche secondo il principio di non discriminazione, nonché la promozione del rispetto della persona e del contrasto a ogni forma di violenza anche quella verbale, troppo spesso sottovalutata”.
“Il Festival di Sanremo ha risonanza internazionale, è da 70 anni vetrina del nostro Paese, dei suoi costumi e della sua cultura, entra in tutte le case e viene seguito da tutti: proprio l’ammissione di giovani rapper ha lo scopo di intercettare il pubblico dei millennials, coloro verso i quali si dovrebbe prestare maggiore attenzione educativa. Poiché non può tollerarsi che la spasmodica rincorsa all’aumento dell’audience calpesti la dignità di tutte le donne e promuova modelli estremamente diseducativi per tutti, le Consultrici invitano a “spegnere il televisore”, a non seguire trasmissioni che non corrispondono a rappresentare il mondo femminile per i suoi valori”.
“Riteniamo che il ruolo del servizio pubblico sia centrale nel progresso culturale della società italiana, incentrato sul cambiamento di mentalità volto al superamento degli stereotipi e alla promozione della parità di genere. La RAI torni a svolgere un ruolo di leadership nella cultura e nell’educazione del nostro Paese: la formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale è fondamentale perché si abbia consapevolezza di ciò che è giusto e di ciò che non lo è. La RAI non può esimersi da tale compito”.
“Non si può restare in silenzio” ha dichiarato Nadia Biancato, Presidente Consulta Pari Opportunità di Alessandria “quando la figura della donna viene sminuita, in presenza di stereotipi, di “rappresentazioni” del ruolo della donna non più ammissibili. Le parole hanno un peso, non si possono sottovalutare, in particolare quando sono veicolate tramite testi che istiga o alla violenza. L’azione della Consulta è volta ad esprimere lo sdegno verso un servizio pubblico che disattende i principi della Convenzione di Istanbul, lesivo della dignità della persona. In un Paese in cui ogni 72 ore è commesso un femminicidio tutto ciò non è ammissibile”.
“Promuovere la parità e il rispetto dell’immagine e della dignità della donna” sottolinea Cinzia Lumiera, Assessore comunale alle Pari Opportunità di Alessandria “non può essere un obiettivo di cui ci si ricordi solo in alcune specifiche occasioni durante l’anno, quali la celebrazione dell’8 marzo. Il rischio di alimentare semplici “cliché” retorici è sempre presente e l’Ordine del Giorno adottato dalla Consulta Pari Opportunità della nostra Città esprime tutta la propria forza, efficacia e validità proprio perché focalizza l’attenzione, per un verso, sui contenuti del tutto inappropriati che sono stati recentemente veicolati in occasione della conferenza stampa di presentazione del prossimo Festival di Sanremo e, per altro verso, sulla dimensione di responsabilità che i media, e a maggior ragione il servizio pubblico, devono sentire e tradurre in scelte concrete affinché la promozione del rispetto della persona e del contrasto a ogni forma di violenza anche quella verbale sia presente e diffusa, ogni giorno, a tutti i livelli”.
“Alessandria è una Città dove la sensibilità sui temi del contrasto alla violenza contro le donne e sulle diverse forme e politiche “attive” attuate per valorizzare gli obiettivi di pari opportunità è ben presente e consolidata” ha detto il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco “Se questo fa onore innanzitutto alla passione, competenza e coinvolgimento delle Componenti della Consulta alle Pari Opportunità, le cui finalità sono sostenute dalla nostra Amministrazione Comunale e dall’Assessore con questa specifica delega, d’altra parte non posso non rimarcare come i contenuti dell’Ordine del Giorno che è stato adottato dalla Consulta lo scorso 28 gennaio mettano bene in luce aspetti che hanno a che fare direttamente sia con l’ambito della cultura, generalmente inteso, sia con quello del rapporto tra cultura e media. Da questo punto di vista, ritengo doveroso che tutte le Istituzioni – compresa quella del Servizio Pubblico Radiotelevisivo – concorrano, ciascuna con le proprie peculiarità operative, a sostenere, promuovere e diffondere nel modo più incisivo possibile messaggi capaci di promuovere realmente valori e modelli educativi. Questo è l’elemento caratterizzante di una cultura che sa far crescere armoniosamente un sistema-Paese e le nostre comunità, a tutti i livelli, nei confronti e a favore di tutte le generazioni. I media, sotto questo aspetto, giocano un ruolo fondamentale e la “vigilanza attiva“, nel rispetto dei principi costituzionali della libertà di parola e di pensiero, è sempre necessaria affinché l’esercizio di queste libertà non ledano mai il diritto e la dignità di nessuno e di nessuna”.