Autore Redazione
mercoledì
14 Gennaio 2015
00:13
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Politica - Alessandria

Coldiretti Alessandria soddisfatta per le stringenti norme europee sugli Ogm

Coldiretti Alessandria soddisfatta per le stringenti norme europee sugli Ogm

PROVINCIA – La libertà di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora l’Italia e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento), che si oppongono al biotech nei campi, è un’ottima chiusura del semestre di presidenza italiano dell’Unione.

“Come Coldiretti ribadiamo il concetto che l’agricoltura non ha bisogno degli Ogm e che la contaminazione biotech delle campagne è un “attentato” alla biodiversità del territorio. Gli Ogm in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy”.

Roberto Paravidino, presidente Coldiretti Alessandria plaude al via libera finale dell’Europarlamento alla direttiva che consentirà ai Paesi membri dell’Ue di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo.

“Siamo di fronte ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati di fronte al pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech. – ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Simone Moroni –  L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia finalmente sicura da ogni contaminazione da Ogm a tutela della straordinaria  biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy”.

Secondo una analisi della Coldiretti nell’Unione Europea nonostante l’azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, su ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto – conclude la Coldiretti – di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).

Mangiare bene e sano: questo permette l’Italia. Con la straordinaria varietà dei suoi prodotti agroalimentari di qualità, legati ai territori, genuini, ricchi di storia, che tutto il mondo apprezza, compera e cerca persino di imitare. Ponendo l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità, al centro del proprio sviluppo, il nostro Paese, anziché subire i vincoli internazionali, può contribuire in modo originale a quella globalizzazione multiproduttiva e democratica di cui c’è bisogno. Lo stesso principio vale per l’Unione Europea.

Un livello di scetticismo che porta otto italiani su dieci a dire “No agli Ogm”: uno scetticismo elevato nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio: dalla mela che non annerisce al pomodoro viola contro le infiammazioni, dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico, dalle patate fritte superesistenti ai parassiti, fino al latte materno da mucche transgeniche.

Dall’impegno per la difesa del Made in Italy dipendono la sovranità alimentare italiana, la salvaguardia del nostro patrimonio agricolo, la sua continuità nel futuro, la salute dei cittadini.

“E non va dimenticata l’importanza economica per i nostri produttori – concludono Paravidino e Moroni – di poter vantare prodotti agroalimentari che si possano contraddistinguere a livello globale proprio per le loro caratteristiche genetiche non manipolate, allontanando il rischio di una replicabilità che ci metterebbe ancora più in difficoltà nel difendere l’autentico Made in Italy che nasce dalle nostre campagne”.

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