Autore Redazione
venerdì
23 Gennaio 2015
17:42
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Politica - Alessandria

Nessuna alternativa al licenziamento per i 58 lavoratori del calzaturificio Alexandria

Nessuna alternativa al licenziamento per i 58 lavoratori del calzaturificio Alexandria

ALESSANDRIA – Purtroppo non ci sono strade alternative al licenziamento per i 58 dipendenti dello storico calzaturificio Alexandria. A comunicarlo, Maria Iennaco  della Filctem Cgil  e Claudio Cavallaretto  della Femca Cisl. Nella sede di Confindustria giovedì le parti sociali hanno incontrato il curatore fallimentare dell’azienda, nominato a seguito della sentenza pronunciata il giorno precedente, “per discutere delle modalità e della fattibilità di un eventuale affitto di ramo d’azienda, e di eventuali interessamenti da parte di terzi, e della procedura di mobilità”. Senza concrete proposte, neppure all’orizzonte non è stato però possibile tenere agganciati i lavoratori al calzaturificio e provare così a ottenere un periodo di cassa integrazione.“L’unica strada percorribile è risultata essere la mobilità” hanno aggiunto Filctem-Cgil e Femca-Cisl che lunedì torneranno nella sede di Confindustria Alessandria  per firmare la procedura. Al termine dell’assemblea con i lavori, poi,  il curatore fallimentare consegnerà le lettere di licenziamento ai 58 ex dipendenti del Calzaturificio Alessandria.

Di seguito il comunicato della Filctem Cgil e Femca Cisl.

Le organizzazioni sindacali della FILCTEM-CGIL nella persona di Maria Iennaco e della FEMCA-CISL nella persona di Claudio Cavallaretto intendo comunicare che si è tenuto un incontro presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in DTL ad Alessandria esattamente in data 14/01/2015 con la proprietà del Calzaturificio Alexandria, dove il sindacato a fronte delle problematiche emerse sulla copertura dei lavoratori dopo il 31/01/2015 come ammortizzatori sociali (fino al 31/01/2015 cassa integrazione ordinaria) chiedevano di accelerare sulle tempistiche della nomina del curatore fallimentare per avere una figura di riferimento con cui poter aprire l’unico strumento di ammortizzatore applicabile. Inoltre si chiedeva che se nell’ipotesi in cui si verificasse una scopertura dei lavoratori al termine del periodo di cigo lo stesso imprenditore si assumesse l’impegno di risponderne con il proprio patrimonio personale. A fronte di una dichiarazione da parte dell’azienda di non essere in grado di adempiere a tale richiesta le oo.ss. scriventi decisero in quell’occasione di spostare il tavolo alla prefettura di Alessandria per portare l’imprenditore ad assumersi tali responsabilità.

A seguito della comunicazione della sentenza di fallimento in data 21/01/2015 e della nomina del curatore fallimentare, le parti si sono incontrate in Confindustria il giorno 22/01/2015 per discutere delle modalità e della fattibilità di un eventuale affitto di ramo d’azienda, e di eventuali interessamenti da parte di terzi, e della procedura di mobilità. Siccome ad oggi non ci sono ipotesi concrete di affitto da parte di società terze che avrebbe potuto aprire una strada su altri ammortizzatori in costanza di rapporto di lavoro si è definita l’unica strada percorribile che è risultata essere la mobilità. In data 26/01/2015 le oo.ss. e il curatore fallimentare si riuniranno in confindustria per firmare la procedura per la messa in mobilità dei lavoratori. Sempre nella stessa giornata si terrà un’assemblea con i lavoratori per spiegare loro le modalità e subito dopo il curatore consegnerà le lettere di licenziamento.

Le oo.ss. esprimono tutto il loro rammarico sulla vicenda che vede ancora una volta perdere sul territorio alessandrino un’azienda storica del settore calzaturiero, ma soprattutto un’azienda che vedeva impiegati 58 lavoratori che per la tipologia del lavoro non riusciranno a ricollocarsi facilmente sul territorio. Si vuole ricordare che per effetto di tutte le modifiche apportate agli ammortizzatori i lavoratori si vedranno ridotti i periodi di copertura e qualcuno non riuscirà ad agganciarsi alla pensione.

La vicenda dell’Alexandria ci porta a riflettere sulla situazione congiunturale del territorio che vede una vera e propria deindustrializzazione in una fase in cui le riforme del mercato del lavoro portano alla riduzione degli ammortizzatori”. 

 

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